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Bandiere, striscioni e volantini per attirare l'attenzione sul fenomeno dell'inquinamento delle aree del Sulcis. Erano una ventina i manifestanti che, questa mattina, si sono dati appuntamento sulla scalinata del Palazzo di Giustizia a Cagliari in occasione della prima udienza preliminare del processo ai vertici di Eurallumina, accusati di disastro doloso e traffico di rifiuti, anche pericolosi.
L'appuntamento è saltato per via di un impedimento legittimo di una delle parti ed è stato rinviato al 27 novembre, ma all'esterno la manifestazione è proseguita con gli interventi dei responsabili di varie associazioni ambientali suscitane.
"Ormai ci troviamo qui sempre più spesso – ha detto Paolo Aste, del comitato Carlofortini Preoccupati – ci opponiamo a scelte scellerate che feriscono la nostra terra. In questo caso si tratta di disastro ambientale, in altri erano altri rifiuti pericolosi. Si continua a minacciare l'ambiente per una ricerca di consenso occupazionale, piegando ancora un territorio già martoriato". Critici anche Angelo Cremone e Vincenzo Pillai, referenti di due associazioni. "Così come ci opponiamo alle centrali nucleari e ai rifiuti nucleari – ha rimarcato Pillai – lottiamo contro chi minaccia il territorio". Alla presenza di alcune pattuglie dei carabinieri e degli agenti della Digos, che hanno monitorato dalla prima mattina il sit-in di manifestanti arrivati dal Sulcis, ma anche di alcuni ambientalisti storici cagliaritani, durante la protesta sono stati distribuiti volantini che contenevano anche il capo di imputazione dell'inchiesta condotta dal pm Marco Cocco e ora approdata alla richiesta di rinvio a giudizio. Oltre al Comitato Carlofortini Preoccupati erano presenti l'Associazione Adiquas, Assotziu, Comitato Scuola Città, Sardegna Pulita, Comitato Agricoltori Portoscuso e il Comitato Viticoltori Paringianu.
Gli imputati sono l'amministratore delegato di Eurallumina, Vincenzo Rosino, e il direttore dello stabilimento Nicola Candeloro. L'accusa è disastro ambientale in concorso e traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi. Le associazioni avrebbero voluto costituirsi parte civile all'udienza preliminare, ma il tutto è stato rinviato a novembre.