Minori perdite per 5 milioni di metri cubi di acqua in 12 mesi grazie agli interventi sulle reti, l'equivalente di quanto consumano in un anno quasi 30mila famiglie (utilizzo medio a nucleo pari 180 metri cubi d'acqua l'anno) o del fabbisogno di una cittadina come Oristano o Nuoro.
L'acqua immessa in rete – che senza gli interventi di manutenzione programmati con cadenza giornaliera sarebbe andata perduta – è infatti passata complessivamente dai 272.646.407 metri cubi del 2013 ai 267.392.798 del 2014.
Il "bilancio idrico" relativo ai volumi immessi in rete nel 2014 restituisce con i numeri l'immagine del piano di interventi strutturali messo in atto da Abbanoa per fronteggiare il problema delle reti colabrodo. Con località in netto miglioramento rispetto alla dispersione d'acqua per Comune e criticità croniche.
Cagliari fra i capoluoghi di provincia storici guida la classifica delle aree più virtuose con una differenza d'acqua immessa in rete, tra il 2013 e il 2014, di quasi due milioni di metri cubi; grazie agli interventi messi in atto a Nuoro da Abbanoa il recupero è stato pari a 213mila metri cubi. A Oristano le minori perdite sono quantificate in 124mila metri cubi di acqua recuperata. Sassari, in controtendenza, presenta invece un aumento della risorsa in rete per un milione di metri cubi: nel corso del 2014 sono state interrotte le interruzioni notturne e anche Sassari ha potuto contare sull'acqua 24 ore su 24. L'aumento dell'immissione in rete è infatti legato a questo.
Nell'hinterland cagliaritano spicca il miglioramento dell'efficienza delle reti nelle località di Quartu (-5,9% acqua immessa in rete), Quartucciu (-12,6%), Sestu (-9,3%), Villasimius (-6%), Selargius (-1,4%) e Monserrato (-5,4%), tutte zone caratterizzate da una serie di interventi strutturali, alcuni ancora in corso. A Selargius per esempio verrà completato nella prima decade di luglio un importante intervento finalizzato alla riduzione delle perdite e all'efficientamento di tutta la zona: la nuova tubazione lungo via Verdi ha un diametro maggiore rispetto all'esistente e dalla condotta di via Venezia, distribuirà l'acqua a tutte le traverse di collegamento garantendo una maggiore portata e una minore perdita di carico (ovvero maggiore pressione alle utenze). Bene anche Nuoro, dove c'è stato un recupero della risorsa pari al 4,2%. E sempre nel nuorese si registra un risultato particolarmente positivo anche a Dorgali (-5%), Siniscola (-16,6%) e Macomer (-14%). A Oristano il recupero d'acqua dal 2013 al 2014 è stato pari al 2,6%.
Tra le quattro province storiche Sassari registra un aumento dell'acqua immessa in rete pari a un milione di metri cubi (6%) dovuto alla fine delle restrizioni idriche notturne. Importanti investimenti hanno riguardato le condotte principali e i serbatoi. Non solo: ora Sassari è servita da due potabilizzatori in contemporanea. Nel sassarese, in termini di recupero della risorsa immessa in rete, spiccano invece Alghero (-3,5%) e Ossi (-19,6%) Quando è nata Abbanoa si è trovata a gestire un sistema idrico caotico, fatto di reti fatiscenti che disperdono più del 50% dell'acqua prodotta (la media italiana è del 37% con punte di eccellenza attorno al 10-15%). Non è poi un mistero come la Sardegna sia la prima regione italiana con la maggior quota di acqua sottoposta a trattamenti di potabilizzazione: nell'Isola l'85% dell'acqua ha bisogno di essere potabilizzata – con un costo dell'energia che supera il 20% del fatturato di Abbanoa – perché proveniente non da sorgenti naturali ma perlopiù da fiumi e bacini artificiali. In un quadro già svantaggiato si inserisce appunto un livello di dispersione dell'acqua immessa in rete inaccettabile per il Gestore, a cui si sta facendo fronte con una serie di interventi strutturali e di manutenzione straordinaria. Il recupero d'acqua al servizio, raffigurato nel bilancio idrico 2014 (5 miliardi di litri in un anno), è il risultato dello sforzo compiuto da Abbanoa nel corso dell'anno per migliorare le condizioni delle reti. A fronte di continue rotture delle condotte si rende spesso necessario aumentare la pressione dell'acqua immessa, un meccanismo che permette di servire tutte le utenze ma che ingenera ulteriori perdite. Lo sforzo compiuto nel corso del 2014, tradotto nel piano di interventi che ha consentito di arrivare al risultato del bilancio idrico, ha permesso un notevole recupero d'acqua che altrimenti sarebbe andata dispersa.