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Il Coordinamento pro su Sardu Ufitziale (Csu) ha presentato il ricorso contro la procedura del bando regionale sul sardo curricolare a scuola. Uno studio legale cagliaritano, incaricato dall'assemblea direttiva del Csu, ha spedito all'assessorato regionale della Pubblica Istruzione l'atto di contestazione che era stato annunciato qualche settimana fa al momento della pubblicazione dell'avviso.
Contestata, tra l'altro, la procedura del provvedimento che mette a disposizione 900mila euro per l'insegnamento della lingua sarda a scuola.
Obiettivo del ricorso è quello di "intervenire sugli atti, annullarli e riformularli". Per evitare che il procedimento – è scritto – "sia annullabile e impugnabile da chiunque si ritenga poco soddisfatto del contributo concesso o del finanziamento ricevuto". Non solo. Anche la scelta di concentrare tutte le risorse sul "pianeta scuola" non è condivisa dal Csu. "In questo – precisa il Comitato – si tende a fare del sardo una materia scolastica di serie B senza che intorno, nel mondo reale, sia valorizzata. Ecco perché è importante investire sulla pubblica amministrazione, sui media, sui culti, sulle associazioni, sui volontari e sulle campagne promozionali. Altrimenti si rischia di trattare il sardo come il greco e latino, lingue di grande spessore culturale e didattico, ma morte. Sarebbe come dire che bisogna investire, per i trasporti, solo sugli aerei, trascurando il traffico su rotaia, gomma e marittimo. Che senso avrebbe? In una politica c'è bisogno di un intervento armonico e unitario". Appello a viale Trento: "Il Csu per questi problemi procedimentali, tecnici e politici – al solo di fine di evitare successivi problemi – invita la Regione con il ricorso presentato a rivedere le sue scelte per una politica linguistica più democratica, coerente ed efficace".