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La vertenza di Ottana Polimeri sarà rilanciata al Ministero dello Sviluppo economico da un fronte compatto che vede in primo piano la Regione, i sindacati, la proprietà aziendale e Confindustria. E' questo l'esito dell'incontro che si è svolto questo pomeriggio nella sede dell'Assessorato all'Industria.
Paolo Clivati, titolare dello stabilimento che produce il Pet per le bottiglie di plastica, si è detto disposto ad investire 50 milioni di euro per acquisire e ristrutturare gli impianti di Sarroch di proprietà dell'Eni (chiusi un anno fa) che producono il paraxilene, la materia prima della filiera del Pet, ma serve un'interlocuzione con l'Eni che finora non è stata facile.
Per questo l'assessore Maria Grazia Piras, favorevole al nuovo investimento, chiederà immediatamente un incontro con il Mise per una interlocuzione con l'Eni. "La nostra prima esigenza è pensare ai lavoratori, la cui cassa integrazione scadrà il 7 novembre", ha detto l'assessore.
"Siamo moderatamente ottimisti – ha detto Katy Contini della Cisl -. Ci fa piacere l'impegno assunto da parte dell'assessorato di chiedere un tavolo immediato con il Mise.

L'assessore ha riconosciuto che questa è la vertenza dell'industria della Sardegna centrale: se si ferma Ottana Polimeri si ferma Ottana Energia e tutto l'indotto, stiamo parlando di 500 lavoratori. Bene anche l'impegno dell'imprenditore, ma serve concretezza, senza un nuovo progetto di rilancio aziendale entro i primi di novembre, i lavoratori di Ottana Polimeri, oltre 80, perdono il diritto alla Cig".
"Siamo tutti compatti per rilanciare questa vertenza – ha aggiunto Felicina Corda segretario Uil nuorese -. L'assessore si è detta pronta a sostenerci. Questa è una vertenza che riguarda il futuro dell'industria nel nuorese, non possiamo fallire".
Ottimismo anche per il segretario dei chimici della Cgil Sergio Zara: "L'obiettivo è quello di arrivare a chiudere l' accordo con Eni. Mancano 52 giorni al licenziamento degli operai, in Cig dal novembre 2014, occorre un piano industriale che possa evitare il licenziamento per ottenere la proroga della cassa integrazione e il conseguente rilancio conseguente degli stabilimenti di Sarroch e Ottana".