Beni mobili per oltre 1,5 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Oristano a due imprenditori di Rimini e Roma, assieme a quattro società, una dell'oristanese, che operano nella lavorazione e nel commercio di prodotti agroalimentari. Gli indagati devono rispondere di malversazione per aver ricevuto un contributo di 5,5 mln dalla Regione Sardegna nel 2005 che dovevano servire per aumentare i livelli occupazionali di una delle società con 120 assunzioni e per acquistare beni e attrezzature. Accusati anche di truffa ai danni dello Stato, in particolare del ministero del Lavoro e dell'Inps di Oristano che per sostenere l'occupazione ha anche erogato due milioni in un anno (cifra oggi oggetto del sequestro) fra cassa integrazione e indennità di mobilità.
Il provvedimento è stato richiesto dal pm Padalino Morichini e firmato dal Gip Pinello. Le indagini, condotte dalla Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Oristano, dall'Ispettorato del Lavoro e dalla Guardia di finanza, sono state avviate nel 2010, e hanno consentito di accertare come i due indagati, amministratori in diversi periodi delle quattro società, avrebbero utilizzato indebitamente il contributo di 5,535 milioni erogato dalla Regione. Il denaro sarebbe dovuto servire per assumere 120 nuovi lavoratori e investire su beni immobili e strumentali che non dovevano però essere distolti dalla società. Secondo quanto accertato, invece, l'intero patrimonio aziendale sarebbe stato ceduto, finendo in altre regioni d'Italia, senza trasferire i rapporti di lavoro già in essere alle altre aziende. Non solo: la società che aveva ottenuto il finanziamento, mantenendo la titolarità dei rapporti di lavoro, ha anche ottenuto indebitamente dal ministero del Lavoro e dall'Inps, dal 23 aprile 2009 al 31 dicembre 2011, la Cigs e, successivamente la mobilità fino al maggio scorso, senza però informare ministero e Inps della cessione dei rapporti di lavoro che avrebbero dovuto confluire nelle nuove aziende.







