Nuova protesta dei lavoratori della miniera di Olmedo, nei pressi di Alghero (Sassari): una decina di loro si sono rinchiusi nel sotterraneo della miniera di bauxite, a 180 metri di profondità. "Siamo stanchi di essere presi in giro dalla S&B – dichiarano – e per questo abbiamo deciso di compiere questo gesto estremo di protesta". La protesta arriva a due giorni dal pronunciamento della Regione Sardegna sulla manifestazione di interesse per la ripresa dell'attività estrattiva nel sito di Olmedo, prevista per il 30 settembre.
"La miniera di Olmedo riprenda a produrre". Lo chiedono i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Ugl Chimici, Massimiliano Muretti, Luca Velluto e Simone Testoni. I lavoratori di Olmedo hanno occupato il sito, in dieci sono scesi a 180 metri di profondità, mentre i loro colleghi presidiano i cancelli. "Dopo la lunga battaglia per ottenere la cassa integrazione, per la quale ci sarà a giorni la firma del Ministero del Lavoro, l'azienda nega le retribuzioni, fa eseguire i lavori di ripristino ad aziende terze, nega le ferie e i permessi e trattiene i rimborsi Irpef per il mese di luglio", denunciano i rappresentanti sindacali.
"I lavoratori sono allo stremo, i crediti nei confronti dell'azienda permetterebbero loro di affrontare i prossimi mesi con dignità – spiegano – invece l'azienda trattiene le cifre dovute e spende per far eseguire i lavori di ripristino in miniera da altro personale".
Filctem, Femca e Ugl Chimici annunciano di aver già avviato le procedure legali a tutela dei lavoratori, a iniziare dalle ingiunzioni e le denunce per appropriazione indebita. "La Regione intervenga con urgenza – chiedono le organizzazioni sindacali di categoria – e acceleri l'affidamento della miniera ad un'altra società, mettendo in mora la S&B e pretendendo che esegua i ripristini immediatamente".
"Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare questo sito e il nostro posto di lavoro". I minatori di Olmedo annunciano l'intenzione di andare avanti a oltranza con la protesta nei confronti della S&B Industrial Minerals, la società greca che dal 2007 detiene la concessione dell'impianto estrattivo di bauxite e che lo scorso aprile ha aperto, con una decisione unilaterale, le procedure di messa in mobilità dei suoi 36 dipendenti.
Da stamattina dieci di loro si trovano all'interno della cava, otto hanno occupato le officine a 180 metri di profondità e altri due stanno all'imbocco, per fare da contatto tra il sottosuolo e i cancelli dell'impianto, dove manifestano gli altri minatori e i loro rappresentanti sindacali. I lavoratori passeranno la notte lì, si sono organizzati con libri e carte per trascorrere il tempo, qualcuno è 'armato' di sacco a pelo.
"L'unica cosa sicura è che non abbiamo intenzione di muoverci", spiegano. Andranno avanti anche dopo il 30 settembre, giorno in cui è previsto il pronunciamento della Regione Sardegna sulla manifestazione di interesse per la ripresa dell'attività estrattiva.







