Mattia Carbini, lo studente 18enne di Olbia finito sotto i riflettori per essere stato allontanato dall'Alberghiero di Arzachena per i suoi piercing, oggi è entrato regolarmente in classe. Senza orecchini. Toni distesi, o quasi, dopo le polemiche scoppiate per un regolamento scolastico giudicato dal padre del ragazzo "discriminatorio" e "fuori dal tempo".
"Questa mattina – racconta all'ANSA Antonio Carbini, il padre, costantemente in contatto telefonico con il figlio – gli studenti hanno chiesto e ottenuto un'assemblea di istituto per discute del regolamento e dei divieti. Molti, anche tra i docenti, si sono schierati dalla parte di Mattia. Noi vogliamo delle risposte, sapere se il comportamento della preside sia lecito. Con i nostri legali abbiamo chiesto alla Direzione scolastica provinciale e regionale se la decisione assunta dalla dirigente di allontanare mio figlio da scuola, fosse corretta.
Ammesso che il regolamento sia valido, l'allontanamento deve essere deciso dal Consiglio di classe in seguito ad una sanzione scritta, che nel caso di Mattia non c'è stata. Perchè allora – si chiede polemicamente Carbini – il regolamento vale per gli orecchini e non per il resto delle procedure che riguardano la vita dell'istituto?".
"Il piercing è un segno forte della vita vissuta, di eventi stressanti come, ad esempio, malattie, incidenti, abusi, morte di una persona cara. Secondo i ricercatori il piercing potrebbe rappresentare un modo di superare un trauma", è quanto sostiene la professoressa Giuliana Ammannati, pedagogista clinico Anpec e formatrice, esperta in interventi educativi e comportamentali, la quale ritiene che "siano fondate e giustificate le preoccupazioni della preside dell'Istituto Alberghiero di Arzachena", la scuola dove uno studente 18enne di Olbia è stato allontanato perché il regolamento vieta di portare piercing.
"Cosa c'è dietro il piercing se lo sono chiesti, alcuni anni fa, anche i ricercatori della Università della Florida dove Eric Storch e collaboratori – ha spiegato Ammannati – hanno condotto una indagine su studenti che avevano un piercing non tradizionale, ossia in un punto diverso dal lobo dell'orecchio ed i risultati sono stati imprevedibili. Nei casi dei piercing multipli è stata rilevata una stretta correlazione col precedente vissuto, da parte degli studenti, di eventi stressanti come, ad esempio, malattie, incidenti, abusi, morte di una persona cara. Secondo i ricercatori il piercing potrebbe rappresentare un modo di superare un trauma, trasformandolo nel ricordo permanente di un episodio difficile o doloroso. Un segnale, quindi, che non dovrebbe essere sottovalutato da insegnanti, educatori o psicologi".
"Ma non è da escludere – ha aggiunto Ammannati – che il piercing potrebbe essere un modo di portare allo scoperto la voglia di provare sensazioni forti, una tendenza da sempre più sentita nei maschi, anche se, negli ultimi decenni è frequente, similmente, anche nelle ragazze. I piercing possono assumere una ulteriore valenza: quella di farsi riconoscere e riconoscersi tra persone che hanno gli stessi gusti e che cercano esperienze forti ed eccitanti, che potrebbero essere erroneamente emulate da soggetti, ancora in formazione, spesso influenzabili psicologicamente".







