Monta la protesta dei marittimi della Saremar contro i licenziamenti. Dopo lo sciopero della fame e l'occupazione di un traghetto, oggi i lavoratori hanno deciso di occupare l'aula del Consiglio comunale di La Maddalena e un secondo traghetto, l'Ichnusa. A dar loro manforte anche le mogli e i figli.
Ieri il sindaco della cittadina dell'arcipelago ha scritto una lettera al governatore Francesco Pigliaru denunciando come la situazione a La Maddalena stia ormai precipitando. "Lo sconforto dei marittimi e delle loro famiglie è così forte – si legge nella missiva firmata da Luca Montella – da percepirsi la preoccupazione del possibile sviluppo di gesti inconsulti. Come amministrazione comunale non possiamo e non vogliamo rimanere inerti di fronte ad una situazione che, oltre al licenziamento di così tante persone, avrà inevitabili ripercussioni sul territorio per l'uscita del servizio pubblico dal collegamento nostro con la terra ferma. Le conseguenze sociali ed economiche sono tali da non giustificare in alcun modo la perdita delle garanzie che la Regione deve dare ai propri concittadini".
Da subito al fianco dei marittimi si è schierato il deputato di Unidos Mauro Pili, reduce da una serie di assemblee svolte nel nord Sardegna con i lavoratori e i sindacati. "C'è molta preoccupazione a bordo per il passare delle ore senza mangiare – spiega il parlamentare sardo – Notiamo purtroppo l'irresponsabilità del governo regionale di fronte ad una protesta così dura: l'aver annunciato i bandi di gara è uno schiaffo ai lavoratori, alle famiglie e alle comunità locali".
"I lavoratori della Saremar sono in sciopero della fame. Occorre una solidarietà attiva verso i marittimi della società regionale di collegamento con le isole sarde che hanno ricevuto la lettera di licenziamento". A dirlo è il senatore di Sel Luciano Uras che definisce quelle lettere "un atto intollerabile, frutto della devastante gestione della società pubblica ai tempi della Giunta Cappellacci" e chiede al ministro dei Trasporti Graziano Delrio di intervenire sulla vicenda.
"Il Presidente della Regione e l'assessore assumano le decisioni necessarie – incalza il parlamentare sardo – La liquidazione di Saremar e i licenziamenti dei marittimi devono essere sospesi. Spetta alla Giunta regionale l'iniziativa e al ministero dei Trasporti esercitare pienamente la propria responsabilità di governo assicurando, anche con uno specifico provvedimento, almeno un anno di proroga alle previste scadenze del prossimo 31 dicembre. Questo é un obiettivo minimo assolutamente necessario in relazione ai tempi di gara e aggiudicazione del nuovo servizio pubblico di collegamento per il quale lo Stato ha trasferito alla Regione i relativi finanziamenti, circa 13 milioni di euro".
"Tutto ciò – sottolinea Uras – a prescindere dall'eventuale natura pubblica o privata della società di trasporti a cui sarà affidato lo stesso servizio. Questione a tutt'oggi ancora aperta. Certamente non ci saremo trovati davanti a questo problema se l'avventurismo della precedente Giunta regionale non avesse determinato un passivo milionario a carico della Saremar, che al netto di tale debito ha gestito in attivo, anche in questi mesi, il servizio di collegamento con le isole minori".







