E' il mix fra "il mar Mediterraneo sempre più caldo e la perturbazione proveniente dall'Atlantico, con vortici di bassa pressione che proprio per il calore dell'acqua acquistano energia e umidità e caratteristiche tropicali, con venti forti e piogge torrenziali", ad aver provocato il ciclone sulla parte nord orientale della Sardegna.
Lo spiega il meteorologo Andrea Giuliacci del centro Epson che – interpellato dall'ANSA – rileva come una concomitanza di altri fattori porta la zona di Olbia e Arzachena ad essere nuovamente colpita da alluvione, dopo quella del 2013 in cui ci furono 13 vittime e centinaia di sfollati. Alluvione che accadde in novembre ma con un mare ancora relativamente caldo per via dell'innalzamento delle temperature globali degli ultimi anni.
La ragione per cui quest'area della Sardegna è più esposta a questi fenomeni ormai simili a quelli 'tropicali' è che "l'Isola si trova sulla traiettoria delle perturbazioni, che seguono un percorso preferenziale" ma anche perché – aggiunge l'esperto – "in quella zona la conformazione del territorio ha dei rilievi a ridosso della costa che portano l'aria umida a salire più velocemente lungo i pendii portando più pioggia".
Giuliacci ricorda che "l'inizio dell'autunno è il più pericoloso in assoluto" per quanto riguarda queste piogge torrenziali: "Negli ultimi anni, a fine estate, i mari hanno ormai temperature tropicali e all'inizio dell'autunno le perturbazioni si rafforzano con energia e umidità". Quelle in arrivo dall'Atlantico sul Mediterraneo occidentale caldo "trovano la Sardegna come prima regione, ma spesso anche Liguria, Sicilia, coste tirreniche" sono sulla traiettoria.
Ma anche la conformazione del territorio favorisce questi fenomeni meteorologici 'estremi'. A ridosso della zona di Olbia e Arzachena ci sono dei "rilievi lungo i quali i venti umidi salgono più velocemente", al contrario di quanto avverrebbe in un'area pianeggiante, "scaricando piogge intense".







