Assolto con la formula più ampia. Il ginecologo Gian Benedetto Melis, responsabile della clinica di ostetricia e ginecologia dell'Università di Cagliari al Policlinico di Monserrato, è stato assolto perché il fatto non sussiste dall'accusa di lesioni aggravate nei confronti di una paziente. Con lui sono cadute le accuse anche per il fratello Mario Melis, urologo e primario della casa di cura di Decimomannu che aveva poi preso in carico la donna. Già in passato, in fase d'indagine, la Procura di Cagliari aveva sollecitato l'archiviazione del procedimento, ma poi il Gip aveva ordinato al pubblico ministero Liliana Ledda l'imputazione coatta del professore. Difesi dall'avvocato Leonardo Filippi, i due fratelli Melis erano stati accusati di lesioni colpose dopo la denuncia di una donna sassarese di 47 anni, poi costituitasi parte civile con l'avvocato Rodolfo Meloni. Oggi il giudice Sandra Lepore ha chiuso la vicenda giudiziaria, mandando assolti sia il ginecologo che il fratello con la formula più ampia. Una vicenda contrassegnata dai colpi di scena, quella che si è conclusa nell'aula del giudice monocratico del Tribunale di Cagliari. La donna che aveva denunciato i due chirurghi era stata operata il 29 novembre 2007 da Gian Benedetto Melis con un intervento di "isterectomia totale per via laparoscopica" al San Giovanni di Dio per una sospetta endometriosi. Secondo l'accusa, però, la paziente non era affetta da quella patologia e sarebbero bastati una serie di esami per escluderlo. Dopo essere stato indagato nel 2008, il pm Liliana Ledda aveva sollecitato per ben due volte l'archiviazione del chirurgo sulla base del parere del consulente Maurizio Bresadola, docente di ginecologia alla Sapienza di Roma, che escludeva responsabilità da parte di Gian Benedetto Melis. Respinta l'archiviazione dal Gip, era finito nei guai anche il professor Bresadola, accusato di non aver visitato la paziente. Un'altra perizia sollecitata dal pm, questa volta dei professori Giovanni Scambia e Antonio Oliva, aveva spinto ancora una volta la Procura verso l'archiviazione. Arrivati all'imputazione coatta, i due Melis sono stati processati davanti al giudice Lepore e oggi assolti perché il fatto non sussiste.







