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Solo il 20% dei sardi usa il web per dialogare con la Pubblica Amministrazione. E con molta insoddisfazione. Lo dice un dossier di Confartigianato sul rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione on line, e tra cittadini e la rete, dal titolo "Va dove ti porta il digitale", che ha analizzato una serie di fattori che determinano il gap di dialogo informatico tra chi fruisce dei servizi e chi amministra. Alla fine del 2014, solo il 20,7% degli isolani ha interagito con la Pubblica Amministrazione in Sardegna, compilando e inoltrando moduli on line. Di questi, quasi il 35% si è dichiarato poco o per nulla soddisfatto a causa della difficoltà nel reperire informazioni, per la bassa utilità delle stesse, per la poca disponibilità di notizie riguardanti le proprie pratiche e per la difficoltà di utilizzo dei servizi disponibili sul web. "Anche in Sardegna, i ritardi dell'e-gov non contribuiscono a migliorare la situazione delle imprese che pagano a caro prezzo le complicazioni della burocrazia – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – una eccezione positiva la troviamo con il Suap on line: una innovazione positiva per chi ogni giorno ha a che fare con progetti, cantieri edili, leggi e una burocrazia infinita. Probabilmente, all'origine del fallimento delle politiche di e-government c'è, soprattutto, un problema culturale e di linguaggio – conclude la Presidente Folchetti – lo Stato continua a porsi nei confronti del cittadino e delle imprese in maniera conflittuale e criptica. C'è una diffusissima tendenza a nascondere le informazioni anziché a rilasciarle, a detenere in maniera quasi ossessiva lo scettro dei dati piuttosto che a rilasciarli a imprese e cittadini".