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Olbia scende in piazza per non dimenticare: domani sera, a due anni da quel tragico 18 novembre 2013, un gruppo di cittadini ha organizzato una fiaccolata che attraverserà le "strade del fango", le vie maggiormente colpite dal Ciclone Cleopatra. "Un'occasione per non dimenticare quanto accaduto", fanno sapere gli organizzatori, un gruppo di giovani olbiesi che precisa di non esser mosso da alcun colore politico.
"Non dobbiamo dimenticare una delle pagine più tristi della storia di Olbia, anche se nonostante tutto la città è cambiata poco e dopo il fango e la disperazione siamo tornati alla normalità, col rischio di dimenticare quello che è stato.
Nell'immediatezza del passaggio del Ciclone, sembrava che la città si fosse resa conto dei rischi che correva, ma a due anni da quel tragico evento, e in seguito ad una seconda alluvione, ancora poco è stato fatto", accusano.
Solo alcuni giorni fa è stato firmato a Palazzo Chigi l'accordo di programma per il primo lotto di interventi contro il rischio idrogeologico a Olbia: si tratta di risorse pari a 25,3 milioni di euro, di cui 9 regionali, individuati nell'ambito del progetto strategico "Italia sicura".
Un finanziamento che darà il via al "piano Mancini", fortemente voluto dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Giovannelli, che si articola in cinque lotti e costerà in totale 120 milioni circa, che però nei mesi ha incassato la sfiducia di una parte dei cittadini, riuniti nel "Comitato per la salvaguardia idraulica di Olbia", che alla vigilia dell'anniversario lancia una provocazione: "Il rimedio è peggiore del male – scrivono in una nota -siamo preoccupati per l'allargamento dei canali e la costruzione di vasche di laminazione in città che vanno ad occupare oltre 100 ettari di territorio urbano".
Ma protestano anche contro la Giunta Regionale e il Governo: "Nel Piano di gestione del rischio alluvioni la Giunta regionale prevede per Olbia 37,2 milioni di euro, cui occorre aggiungere i 91,2 promessi da Italia Sicura, a partire dall'anno 2021". A queste si uniscono le proteste dei vari comitati di quartiere.
Due anni fa furono 13 le vittime dell'alluvione in Gallura (19 in tutta la Sardegna, compreso un disperso mai ritrovato nel Nuorese): tre persero la vita nella voragine apertasi nella strada provinciale che collega Olbia a Tempio Pausania, ancora chiusa; altre sei vittime in città, tra le quali due bambini di 3 e 2 anni, mentre ad Arzachena morì un'intera famiglia italo-brasiliana di quattro persone in uno scantinato allagato.
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