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"Le modifiche adottate dal Governo sono un primo grande risultato dell'azione congiunta dei Consigli regionali ma abbiamo deciso di proseguire nell'azione intrapresa perché riteniamo che ci siano margini per ulteriori miglioramenti della normativa nazionale". Lo ha dichiarato il presidente dell'Assemblea sarda, Gianfranco Ganau, al termine della riunione del Comitato promotore del referendum delle 10 Regioni, svoltasi oggi a Roma.

L'emendamento del Governo al ddl stabilità che interviene sulle norme oggetto dei quesiti referendari rappresenta un "passo avanti" ma non scioglie tutti i nodi. E' questo in sintesi l'esito della riunione svoltasi oggi a Roma dei delegati delle 10 Regioni che hanno promosso il referendum abrogativo su alcune norme dei decreti "sblocca – Italia" e "sviluppo" relative alle trivellazioni in mare e terraferma.

L'emendamento proposto dal Governo e contenuto nella legge di stabilità – spiega Piero Lacorazza, Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Regione capofila dell'iniziativa referendaria – rappresenta un passo avanti nella direzione auspicata del ritiro di alcune norme che ledono fortemente i diritti delle Regioni e costituiscono un grave pericolo per l'ambiente; dall'incontro è emerso – aggiunge – che permangono alcune criticità che non sembrano essere state sciolte dall'intervento normativo e che saranno oggetto della memoria in Corte: in particolar modo, in merito alla sterilizzazione del piano delle aree, alla durata di vita utile del giacimento, al doppio rilascio dei titoli concessori".

Per questi motivi, in vista dell'udienza in Corte costituzionale, in calendario per il 13 gennaio, è stata indetta una conferenza stampa per venerdì 8 febbraio nella sede della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.