dinamo-un-2015-da-incorniciare

Difficile da ripetere, impossibile da dimenticare. Per la Dinamo Banco di Sardegna Sassari il 2015 è un anno storico. Iniziato con la seconda Coppa Italia vinta di seguito, l'anno biancoblù ha raggiunto l'apice in giugno con la vittoria del primo tricolore nella storia del basket sardo. La serie finale contro la Grissin Bon Reggio Emilia, ma anche e soprattutto la semifinale contro l'Olimpia EA7 Milano, hanno spalancato le porte dell'Olimpo del basket italiano a una piazza che, dopo una gavetta ultra-trentennale, è riuscita nella clamorosa impresa di salire tre volte in un anno sul gradino più alto del podio: scudetto e Coppa Italia, appunto, e Supercoppa italiana.
La gioia, immensa, ha travolto e contagiato tutta l'Isola. La felicità è stata offuscata minimamente dal pessimo debutto in Eurolega e dalla fugace apparizione in Eurocup: delusioni da nulla rispetto alla soddisfazione di iscrivere il proprio nome su tre palmares. Dopo il successo, la squadra è stata smantellata per questioni di budget: da pluricampioni, i giocatori biancoblù hanno triplicato il loro valore e non erano più alla portata di un club che ha fatto dell'equilibrio economico, della solidità e della sostenibilità un modello apprezzato a livello europeo. Forse si sarebbe potuta accompagnare l'ennesima rifondazione con più prudenza.

"La Dinamo campione d'Italia non c'è più, è cambiato l'allenatore e sono cambiati i giocatori", ha detto in uno sfogo recente il nuovo tecnico, Marco Calvani. Forse il progetto che vedeva protagonista Meo Sacchetti era già culminato e ci si sarebbe dovuti separare dopo le vittorie, di certo i giocatori di oggi sono stati valutati spesso per quello che non sono rispetto ai loro predecessori.
L'equivoco di un continuo confronto tra i trionfi estivi e i tonfi autunnali ha reso ancora più duro il calvario in Eurolega, dove Sassari ha chiuso con dieci sconfitte in dieci match, e ha creato scompiglio nel "pianeta Dinamo".

Nell'ultimo mese si è assistito in rapida serie all'esonero del coach, alle polemiche tra società e tifosi, ai fischi e alle annunciate dimissioni del presidente Stefano Sardara. La speranza è che ogni scoria sia stata spazzata via da quel messaggio forte e chiaro, cui non a caso sono seguiti i successi con Reggio Emilia e Pistoia, con cui la Dinamo manda in archivio il 2015 da quarta in classifica, come un anno fa, da qualificata alla Final Eight di Coppa Italia e da ammessa alla seconda fase di Eurocup, forse il suo habitat continentale più naturale. È quel che resta di un anno certamente indimenticabile, ma non per questo irripetibile.