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Primi screzi in Aula tra maggioranza e opposizione sull'istituzione della città metropolitana di Cagliari nella legge di riforma degli enti locali. Il provvedimento introdotto con la parziale riscrittura del nuovo articolo 1 – approvato oggi con un emendamento sostitutivo totale che ha fatto decadere una cinquantina di proposte di modifica e che disciplina le finalità della legge – ha fatto andare su tutte le furie il centrodestra.
"Avete creato delle disparità e condannato gli altri territori dell'Isola, come il Sassarese, la Gallura, l'Oristanese, il Nuorese e il Sulcis, ad essere territori residuali – ha tuonato il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis – Si tratta di una norma che complica il pasticcio che c'è in questa legge".
Nella nuova norma si prevede che gli organi delle Unioni dei Comuni, delle Province e della città metropolitana vengano esercitate a titolo gratuito, ma che gli stessi enti locali prevedano delle "misure" per l'esercizio delle funzioni da parte degli eletti.
La discussione sugli emendamenti e sugli altri articoli della riforma prosegue anche domani, a partire dalle 10: i lavori dovrebbero andare avanti a oltranza per smaltire la mole di proposte di modifica presentate dalle opposizioni. 

Si infiamma la polemica in Aula sulla riforma degli enti locali: pomo della discordia la classificazione e articolazione territoriale delle varie autonomie. In discussione la proposta di modifica dell'articolo 2 da parte della maggioranza che sostituisce il testo definito dalla commissione Autonomia nel quale si descrive il significato di ambito territoriale ottimale, città metropolitana di Cagliari, città media, rete urbana, rete metropolitana e ambiti territoriali strategici. Sarà questa la nuova articolazione delle autonomie locali nell'Isola.
Ad accendere il dibattito è l'indicazione della città media intesa come Comune con popolazione superiore ai trentamila abitanti (quindi Olbia, Nuoro, Oristano e Alghero), mentre per rete urbana si intende l'Unione dei Comuni costituita da una o più città medie e da uno o più Comuni che superino i cinquatamila abitanti. Altro status più "rinforzato" è quello della rete metropolitana, ossia l'Unione dei Comuni costituita da due città medie (oltre i 30 mila abitanti) nelle quali viva una popolazione di almeno 150 mila abitanti e nel cui territorio sino presenti sistemi di trasporto di interesse nazionale come porti e aeroporti. Nell'Isola c'è un solo caso: Sassari con Alghero, Porto Torres, Stintino, Sorso, Sennori e Castelsardo.
L'adesione a questa Unione sarà decisa dai singoli Comuni e protrebbe anche allargarsi ad altre amministrazioni, ma da questa "definizione" rimangono fuori Olbia e una parte della Gallura. Così mentre il centrodestra prosegue l'ostruzionismo contestando la discriminazione tra territori derivante dalla nuova composizione degli enti locali, nel centrosinistra riemergono perplessità. E spunta un emendamento dei consiglieri galluresi Giuseppe Meloni (Pd), Pierfranco Zanchetta (Upc) e Giuseppe Fasolino (Fi) e dell'esponente del Psi cagliaritano Raimondo Perra: obiettivo l'inserimento di Olbia, Tempio e Golfo Aranci nella "rete metropolitana", una proposta di modifica di cui il relatore di maggioranza ha sollecitato il ritiro ma che, a quanto si è appreso, verrà lasciato dai proponenti al voto dell'Aula.
Altri emendamenti che mirano a far calare la soglia di abitanti prevista per le città medie e per lai rete urbana sono stati presentati anche dal gruppo di Sovranità, democrazia e lavoro (Pds, Cd e Prc).
Nell'articolo 2 novellato – se verrà approvato – vengono individuati come ambiti territoriali strategici quelli di area vasta che andranno di fatto a sostituire le Province nelle funzioni anche nella materia di sviluppo economico-sociale e di pianificazione strategica. Le Province soppresse invece sono solo quelle abrogate dal referendum del 2012, ossia le regionali del Sulcis, Gallura, Medio Campidano e Ogliastra.