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"Un grande risultato che conferma l'azione meritoria dell'iniziativa referendaria portata avanti dai dieci Consigli regionali e dal coordinamento delle Assemblee legislative". Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, che accoglie con grande soddisfazione la decisione della Corte costituzionale sui referendum anti-trivelle.
Oggi la Consulta ha dichiarato ammissibile la richiesta di un referendum e improcedibili altre cinque richieste in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine. "Con la decisione presa oggi – aggiunge il presidente dell'Assemblea sarda – viene sancito ancora una volta il principio guida che ha accompagnato le regioni in questi mesi: riaffermare le primarie competenze dei territori e delle popolazioni su scelte che andrebbero a condizionare l'ambiente e la vita delle comunità. L'appello rivolto a Governo rimane lo stesso – conclude Ganau – aprire al più presto un confronto leale e diretto con i rappresentanti delle Assemblee legislative". 

"La Corte Costituzionale oggi respinge di fatto i tentativi furbeschi messi in campo dal governo per eludere il merito della questione delle trivelle entro le 12 miglia, e rimette al giudizio dei cittadini quei meccanismi legislativi truffaldini con cui si è aggirato sino ad oggi un divieto altrimenti chiaro, lasciando campo libero ai petrolieri fin sotto costa". Così le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e Wwf in una nota congiunta.
La sentenza "conferma l'inefficacia del tentativo del governo di scongiurare il referendum sulle trivelle", dicono le associazioni, che chiedono all'esecutivo il rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell'area di interdizione delle 12 miglia dalla costa, a cominciare da Ombrina, e "una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani".
"Chiediamo che nessuna nuova infrastruttura estrattiva possa essere realizzata in deroga a un Piano delle aree, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, come stabilito dalla normativa comunitaria, e dichiariamo – annunciano gli ambientalisti – tutto il nostro impegno per la campagna referendaria, che da oggi ufficialmente impegnerà tutte le energie positive del Paese nel tentativo di respingere l'assalto dei petrolieri ai nostri mari e i piani fossili del governo di Roma".