"Sono circa un centinaio gli infermieri che prestano servizio nella Casa Circondariale di Cagliari. Un numero spropositato che, a causa della parcellizzazione delle ore, non è in grado tuttavia di garantire la continuità terapeutica. Nel Centro Clinico sono inoltre del tutto assenti gli operatori socio assistenziali. La situazione è insoddisfacente e caotica con un andirivieni di persone", lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione Socialismo Diritti Riforme, che fa osservare "l'improcrastinabilità di promuovere un programma di stabilizzazione degli infermieri e dei medici per garantire ai cittadini privati della libertà referenti costanti".
"Sempre più spesso detenuti e familiari lamentano con i volontari – sottolinea Caligaris – la difficoltà di rapportarsi all'infermiere o al medico con il quale hanno avviato un rapporto di fiducia. Riferiscono che incontrano sempre persone diverse e ogni volta sono costretti a ricostruire una relazione.
In qualche caso, benché sporadico, devono rammentare all'interlocutore l'interruzione o l'avvio di una terapia che un altro al suo posto ha individuato per lenire un disturbo o sospeso. La pletora di presenze e il continuo cambio di referenti incidono negativamente sul rapporto confidenziale e fiduciario tra medico-infermiere e paziente-detenuto rendendo talvolta difficile anche la riabilitazione".
Uncategorized Uta: “Stabilizzare infermieri e medici”
Uta: “Stabilizzare infermieri e medici”







