"Inadeguatezza, disorganizzazione e manifestata volontà di non voler risolvere i problemi si sono fusi creando una situazione che mai avremmo neanche ipotizzato.
Dovendo l'altra notte controllare ben venti persone in attesa di espulsione, si è ritenuto che l'hotel 4 Mori non garantisse standard di sicurezza per gli operatori di Polizia. Gli stranieri sono stati fatti sostare nei corridoi della caserma Carlo Alberto, luogo dove sono presenti la mensa di servizio, il bar e il punto di ristoro ubicato al piano terra della struttura".
È la denuncia dei sindacati di polizia Sap, Silp, Ugl, Coisp e Uil polizia di Cagliari che chiedono al Prefetto Giuliana Perrotta, al questore Danilo Gagliari, al presidente della Regione Francesco Pigliaru e al sindaco Massimo Zedda, una soluzione ai problemi legati all'escalation di sbarchi nelle coste del Sulcis.
"Nei giorni scorsi, gli sbarchi si sono fatti sempre più numerosi, culminando con l'approdo di quasi 50 stranieri in una sola giornata, ben 120 persone dall'inizio dell'anno contro le 317 registrate durante tutto il 2015 – denunciano i rappresentanti degli agenti di polizia – Situazione inaspettata e gestita nel peggiore dei modi. Tutti i sindacati avevano espresso parere negativo nell'individuazione dell'hotel 4 Mori come struttura di accoglienza sia per la posizione, sia per l'evidente difficoltà nell'organizzazione di eventuale vigilanza. Così l'altra notte gli stranieri sono stati fatti sostare nei corridoi della caserma Carlo Alberto".
Non solo. "I controlli sanitari, effettuati in una stanza dell'hotel – sottolineano le sigle – non hanno potuto escludere patologie anche gravi riscontrabili solo con controlli approfonditi che come sempre non sono avvenuti". I sindacati, annunciando prossime eclatanti azioni di protesta, chiedono "l'individuazione urgente di una struttura idonea in termini logistico funzionali e la previsione di un contingente di uomini e mezzi adeguati alle esigenze operative".
“Mentre i sindacati della Polizia denunciano l’inadeguatezza, la disorganizzazione, la volontà di non risolvere i problemi legati ad un sistema di accoglienza che fa acqua da tutte le parti, la Giunta regionale pensa a fantomatiche indagini conoscitive e mappature dei servizi per l’immigrazione”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, ritorna sul tema dell’immigrazione. “Avrebbero dovuto prendere il Governo per il bavero e chiedere risorse e mezzi per affrontare l’emergenza, come richiesto nelle nostra mozione la mozione, respinta sette mesi fa dal centro-sinistra in Consiglio. E prima di consentire nuovi sbarchi, avrebbero dovuto pretendere anche azioni politiche concrete tese a limitare i flussi. Invece niente: dopo le passerelle al porto canale di Cagliari, hanno accettato passivamente che gli sbarchi proseguissero, lasciando sole le forze dell’ordine, i volontari e i sindaci ad affrontare un esodo di proporzioni bibliche. Peraltro, portare i migranti, diretti verso altre destinazioni in Sardegna, è una scelta illogica, che pone nuovamente il mare tra queste persone e la loro meta. La Sardegna non può essere usata come muro o come grande centro di accoglienza da un’Europa che volta le spalle al Mediterraneo, con la complicità di un Governo succube degli interlocutori internazionali. Senza controlli e senza razionalità – ha concluso Cappellacci- l’accoglienza tradisce ogni fine umanitario”.
“Questo non è modo di trattare poliziotti e migranti”. Lo afferma Piergiorgio Massidda, raccogliendo l’allarme dei sindacati di polizia a proposito del disumano bivacco nella caserma ‘Carlo Alberto’ di viale Buoncammino, dove sono stati trattenuti 20 extracomunitari in attesa di espulsione.
“È ormai assodato che la chiusura del Cara di Elmas e la sistemazione dei migranti nell’Hotel 4 Mori non è una scelta giusta – dice Massidda -, per la città, per i poliziotti e per i migranti. Ma aver utilizzato una caserma per trattenere gli espulsi è quanto più di disumano si potesse vedere. Uomini sul pavimento e coperti con plaid d’emergenza è un insulto non solo all’umanità dei poliziotti, ma a quella dell’intero popolo sardo”.
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