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C'è anche un grande crocefisso di legno tra i manifestanti. "Perché questo territorio sta morendo", spiega uno dei mille che oggi hanno chiesto lavoro e sviluppo per la provincia più povera d'Italia e che hanno paralizzato il Sulcis, bloccando dall'alba il traffico in quattro strade diverse, quattro snodi fondamentali per la viabilità: la statale 130 alle porte di Iglesias, la Pedemontana all'altezza del castello di Siliqua, il tratto che collega Teulada a Sant'Antioco (vicino a Sant'Anna Arresi) e l'ingresso di Villamassargia.
Agli automobilisti imbottigliati i manifestanti hanno distribuito migliaia di volantini con i numeri della crisi: 37mila senza lavoro su una popolazione di 128mila abitanti, un tasso di disoccupazione giovanile del 70%. E' solo il primo giorno della mobilitazione popolare generale organizzata dalla Cisl e alla quale hanno aderito i movimenti di Partite Iva, Zona Franca, studenti, disoccupati, commercianti e artigiani. "Senza lavoro, senza futuro, niente ci fermerà", c'è scritto negli striscioni della protesta. Le forze dell'ordine stanno a guardare. Solo un momento di tensione – senza scontri – quando intorno alle 9, sulla strada 130, si unisce il corteo degli studenti che hanno percorso un tratto non concordato con la Questura. E un altro momento, questa volta di paura, mezz'ora dopo, quando una donna di cinquant'anni ha un malore e viene trasportata da un'ambulanza all'ospedale Santa Barbara di Iglesias, dove viene tenuta sotto osservazione fino a sera.
Intanto gli automobilisti continuano a oltrepassare il blocco stradale a singhiozzo. "Ci scusiamo per il disagio, ma i cittadini devono sapere che son trascorsi tre anni dalla sottoscrizione del protocollo d'intesa sul piano Sulcis – dice Ivan Garau, rappresentante del movimento Artigiani e commercianti – devono sapere che da allora nessun cantiere è stato aperto". "Basta con i tavoli che hanno dimostrato tutta la loro inefficacia. Non c'è altra soluzione: il governo nazionale deve emanare provvedimenti urgenti per garantire la dignità economica del Sulcis", aggiunge il segretario provinciale della Cisl, Fabio Enne. "Siamo preoccupati per il futuro e stanchi di essere la provincia più povera d'Italia", dichiara il rappresentante del Movimento degli studenti, Ivano Sais.
Sulla 130 portano la solidarietà ai manifestanti il deputato di Unidos Mauro Pili e il capogruppo Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu. "Non sono venuti, invece, i sindaci di Iglesias, Carbonia e Gonnesa", fa notare Enne. Intorno alle 13 i manifestanti liberano il passaggio sulla statale 130, sulla Pedemontana e vicino a Sant'Anna Arresi, per confluire, tutti, nel presidio all'ingresso di Villamassargia. Dove sindacati e movimenti fanno il punto e si organizzano per i giorni successivi che il segretario della Cisl, Enne, preannuncia "ancora più caldi, visto che oggi, nonostante la mobilitazione, non abbiamo visto né sentito nessuno della Giunta regionale".
In Consiglio regionale, intanto, è approdata oggi una mozione che dà mandato al presidente della Regione di ricordare al premier Renzi il rispetto degli impegni assunti con la Sardegna per una soluzione positiva di una delle vertenze più spinose per il territorio: quella dell'Alcoa di Portovesme.