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I panificatori sardi si sono presentati in Consiglio regionale con una cesta di pane fresco – tra ciabatte, panini e carasau – per sottolineare l'importanza dell'approvazione immediata di una legge sul settore, il cui esame prende il via oggi in commissione Attività produttive. Si tratta di due proposte di legge (una del Pd e l'altra dei Riformatori) poi unificate e gradite ai produttori che aderiscono a Confcommercio.
"Senza una normativa molti panifici sono destinati a scomparire come è accaduto negli scorsi anni – ha spiegato il presidente del sindacato dei panificatori, Giampietro Secchi – Attualmente in Sardegna sono attivi 1.050 panifici con circa cinquemila addetti che producono 400 tipi di pane per un fatturato annuo di circa 300 milioni di euro. Il rischio è che il pane fresco non venga tutelato adeguatamente visto che già oggi in commercio viene venduto come 'fresco' un prodotto che è stato precotto mesi fa, contiene conservanti, antimuffa e viene semplicemente riscaldato con alcuni correttivi".
Ora interviene un provvedimento ad hoc. "Le due leggi unificate – ha commentato Secchi – centrano l'obiettivo perchè disciplinano la professione, istituiscono gli albi dei pani tipici e dei panificatori e si tutela il prodotto fresco". La legge, inoltr, prevede norme per la filiera del grano. "Oggi solo il 20% del grano che viene utilizzato nei panifici è sardo, l'altro 80% arriva dall'estero: Francia, Canada e Ucraina – ha spiegato il sindacalista – il grano Senatore Capelli che c'è in Sardegna è di ottima qualità, ma con la siccità è difficile coltivarlo".