"Per coprire il disavanzo della sanità in Sardegna possiamo utilizzare le riserve erariali che con le nuove norme di attuazione dello Statuto sardo, varate ieri dal Consiglio, risultano svincolate dal solo utilizzo per l'abbattimento del debito pubblico: si tratta di risorse che potrebbero costituire l'alternativa all'aumento delle addizionali Irpef e Irap". Lo ribadisce il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), che ha riconvocato i consiglieri per le 16, quando verrà sentito in audizione sulla Finanziaria 2016 l'assessore alla Programmazione Raffaele Paci.
"Secondo le prime stime, senza gli aumenti delle tasse mancherebbero all'appello – annuncia Sabatini – circa 80 milioni tra l'incremento dell'addizione Irpef, che produce 28 milioni, e quello dell'Irap, circa 50 milioni. Per le riserve erariali, invece, sono disponibili in bilancio 200 milioni, tuttora iscritti per contribuire all'abbattimento del debito pubblico.
In Friuli Venezia Giulia – ricorda il presidente della commissione – le riserve erariali sono state restituite senza alcun vincolo: chiediamo lo stesso trattamento delle altre regioni a statuto speciale".
Piace anche ai sindacati e alle associazioni degli imprenditori la proposta, lanciata dal presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd), di trovare un'alternativa agli aumenti dii Irpef e Irap per ripianare il disavanzo della sanità. Le organizzazioni dei lavoratori e delle imprese sono state sentite in audizione dalla stessa commissione per l'avvio della sessione di bilancio sulla Finanziaria 2016.
Nel frattempo la Regione frena rispetto all'ipotesi di trovare le risorse per la sanità attigendo dalle riserve erariali, visto che l'iter di approvazione delle norma di attuazione dello Statuto non è ancora terminato e serve un passaggio in Consiglio dei ministri. Se il testo delle nuove norme venisse approvato dopo il varo della Finanziaria, le disposizioni non sarebbero applicabili retroattivamente e quindi l'ipotesi Sabatini dovrebbe slittare di almeno un anno.
Oriana Putzolu, segretaria generale della Cisl sarda, accoglie "con favore il ripensamento sugli aumenti Irpef e Irap consapevoli che il recupero di queste risorse va fatto con azioni importanti sui veri sprechi e inutili spese all'interno del bilancio, anche sul Piano di rientro ci sono aspetti che vogliamo approfondire". In genere sulla Manovra il giudizio della Cisl è negativo: "non abbiamo trovato respiro rispetto al disastro sociale di questa regione. E' una Finanziaria in apnea, incentrata sul recupero del disavanzo sanitario".
Per Michele Carrus, leader della Cgil sarda, nella Manovra ci sono "luci e ombre. Se ci sono questi margini per recuperare risorse per il disavanzo in sanità in maniere diversa da quella di aumentare le tasse, noi siamo disponibili al dialogo". "Nella Finanziaria c'è il buco nero nella sanità: la dobbiamo pagare tutti ma non ci piace pagarla con gli aumenti delle tasse – dice Francesca Ticca segretaria generale della Uil – Speriamo che si riesca a recuperare le risorse nelle pieghe del bilancio".
Confcommercio, Confindustria, Confesercenti e Confapi hanno presentato in commissione un documento unitario. "Se è possibile percorrere strade diverse dall'innalzamento della tassazione noi siamo d'accordo – osserva il presidente di Confindustria Sardegna e portavoce delle quattro associazioni Alberto Scanu – Questa misura che incrementa l'Irpef e l'Irap è quella più negativa dell'intera Manovra, visto che viene recepita al suo interno, ed è in controtendenza con le azioni portate avanti dal governo nazionale. Purtroppo non c'è invece traccia di spending review".
Le stesse organizzazioni sollecitano un'approvazione immediata della legge: "stiamo già pagando il disavanzo sanitario di quest'anno in dodicesimi, cioè 30 milioni al mese".
"L'aumento della tassazione sul lavoro si abbatte su un sistema produttivo infiacchito da sette anni di crisi ininterrotta che – fa sapere la Cna – proprio nel momento in cui prova a riprendersi e alzare la testa viene ricacciato indietro dall'aumento dell'Irap, che undici mesi fa la Giunta 'fissava' a un'aliquota definita strutturale".







