Il progetto dell'ospedale Mater Olbia, costruito con i fondi del Qatar, si arricchisce di una nuova collaborazione, quella con la compagnia Meridiana.
L'annuncio nello stesso giorno in cui al Mise, a Roma, si stringe per un accordo con Qatar Airways per il possibile ingresso della compagnia araba (fino al 49%) nel vettore sardo.
Un nuovo tassello di quello che potrebbe diventare un sempre più intenso intervento economico qatarino nelle iniziative economiche del nord dell'Isola, dalla Costa Smeralda al settore sanitario alla compagnia aerea.
"Siamo entusiasti di questa nuova collaborazione – ha affermato l'ad di Meridiana, Richard Creagh – Il Mater Olbia porterà all'Isola prestigio, nuove opportunità di impiego e visitatori. Meridiana offrirà i propri servizi per questo progetto". Sulla stessa linea Lucio Rispo, manager della Qatar Foundation Endowment. "Meridiana, la compagnia aerea della Sardegna, è un perfetto partner di viaggio per il Mater Olbia – sottolinea – la compagnia infatti non solo serve l'aeroporto di Olbia tutto l'anno, ma è in grado di fornire servizi aggiuntivi e di supporto anche tramite il tour operator di proprietà, Wokita".
L'accordo è stato suggellato oggi in un incontro fra i rappresentanti della struttura ospedaliera del Mater Olbia, che aprirà ad aprile, e Meridiana: obiettivo "stringere una collaborazione in cui il vettore offra supporto alle necessità di viaggio dello staff ospedaliero, dei pazienti e dei fornitori della struttura".
L'operazione Qatar Airways-Meridiana agita i sindacati della Gallura. La compagnia con sede a Olbia sta perfezionando l'accordo per l'ingresso del Fondo sovrano nella società con il 49%. Riflettori puntati sul prossimo piano industriale, con i rappresentanti dei lavoratori che mettono i paletti per salvaguardare tutto il personale del vettore.
"Registriamo positivamente un passo in avanti nella vertenza Meridiana – commenta Mirko Idili, segretario territoriale della Cisl – e siamo soddisfatti dell'ingresso del Fondo sovrano che fa ben sperare rispetto ad un piano industriale che, a questo punto, non può che essere di sviluppo: quello attuale, infatti, è un tassello che rientra all'interno di un investimento ben più articolato". "Ovviamente – aggiunge – siamo in una fase di assoluta assenza di informazioni rispetto al piano industriale e questo comporta una forte preoccupazione per il destino dei 1.600 lavoratori attualmente in cassa integrazione, in scadenza tra l'altro tra cinque mesi".
Da qui l'appello al Governo e alla Regione Sardegna.
"Chiediamo – spiega Idili – che si facciano promotori verso il nuovo partner affinchè tenga un atteggiamento di responsabilità sociale forte, così che il piano industriale possa prevedere la salvaguardia dei lavoratori all'interno del perimetro aziendale".
"Il passo avanti di oggi si accompagna alla preoccupazione legata all'assenza del piano industriale – conferma Franco Monaco, della Fit-Cgil gallurese – strumento attraverso il quale è possibile misurare la volontà di rilancio della compagnia e la possibilità di mantenere tutti i posti di lavoro". Sulla stessa linea il segretario provinciale della Uil, Elisabetta Manca.
"Speriamo che ora il piano industriale della compagnia, a differenza del passato, possa parlare di sviluppo e di trasporto aereo nell'ottica della salvaguardia del personale. Ma non possiamo che attendere il piano per capire quali possano essere le reali intenzioni dell'azienda".







