Nessun accordo raggiunto tra Silvano Barabino, l'ex operaio rimasto incatenato per quasi un mese e mezzo ai cancelli dello stabilimento Italcementi di Samatzai, e Abate Meccanica, società alla quale il 58enne chiedeva il reintegro. All'incontro convocato oggi dall'assessore regionale al Lavoro Virginia Mura per favorire un'intesa extragiudiziale della vertenza, ha partecipato, oltre a Barabino – assistito da Alessandro Andreatta della Uilm – anche il titolare di Abate Meccanica, Biagio Abate.
Nel corso di una riunione durata almeno tre ore, l'assessore ha proposto una conciliazione consistente nella riassunzione immediata del lavoratore, nella successiva messa in mobilità, e nel riconoscimento di un incentivo all'esodo in grado di consentirgli l'accesso al trattamento pensionistico. Mentre Abate Meccanica ha accolto la proposta, Barabino ha rifiutato ribadendo che intende proseguire nell'azione giudiziaria già intrapresa.
Esiste, infatti, una sentenza del tribunale del lavoro di Cagliari del 5 giugno 2015 che prescrive il reintegro dell'ex operaio. "Una sentenza non definitiva ma provvisoriamente esecutiva – hanno spiegato nei giorni scorsi gli avvocati dello studio Macciotta che difendono Barabino – ecco perché Abate Meccanica non può rifiutarsi di adempiere". La vicenda ha origine nel 2006 con il licenziamento da parte di Meccanica Costruzioni che nel 2011 cede ad Abate Meccanica l'attività di Samatzai. Entrambe sono ditte in appalto all'interno di Italcementi. Nella cessione sono compresi tutti i lavoratori, ma non l'ex operaio 58enne che il 14 dicembre scorso ha dato inizio alla sua protesta.







