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 Cgil, Cisl e Uil del settore sanità esprimono una condanna "ferma e totale rispetto ai fatti che emergono dalle indagini effettuale nella struttura Aias di Decimomannu". I sindacati ricordano le segnalazioni, "da anni", al tavolo con la Giunta regionale sull'"abbandono di alcune parti del terzo settore ad una sorta di 'anarchia gestionale' e 'operativa', senza controlli e verifiche. Situazioni più volte denunciate e che oggi esplodono nella cronaca, facendo diventare questo un caso nazionale".
"I drammatici fatti di Decimomannu tuttavia non possono offuscare la professionalità e dedizione degli operatori del settore, che vive una grave crisi che perdura da anni – osservano i segretari regionali della Funzione pubblica, Nino Cosi della Cgil, Davide Paderi della Cisl e Fulvia Murru della Uil – Serve quindi un urgente confronto con l'assessore competente in materia, Luigi Arru, e avviare una fase davvero nuova. Anche nell'ultimo incontro con l'assessore – ricordano.
abbiamo ribadito con forza che un settore così delicato deve avere maggiori controlli e rigide verifiche, sia in sede di affidamento dei servizi o convenzioni, tramite i contratti stipulati dalle Asl, che in fase di gestione". 

"Valuteremo l'opportunità di costituirci parte civile nel processo e proponiamo sin da ora un controllo civico di queste strutture, prendendo come modello l'Audit Civico che prevede proprio un ruolo attivo e centrale dei cittadini e delle istituzioni per la valutazione della qualità dei servizi e il rispetto dei diritti fondamentali". Lo annuncia Francesca Moccia, responsabile di Cittadinanzattiva Sardegna, in merito alla sospensione di 14 operatori per percosse ai pazienti disabili ospitati nella struttura Aias di Decimomannu.
"Le immagini che stiamo vedendo fanno venire i brividi, e pensare che a subire queste violenze siano state persone fragili, impossibilitate a difendersi e spaventate, impone di dire basta alle azioni di intervento a fatto accaduto – sottolinea Moccia – E' necessario piuttosto occuparsi di come prevenire questi episodi. E l'invio di ispettori o l'inasprimento delle pene da soli non sono deterrenti sufficienti, ancor più alla luce dell'assenza di una legge che preveda il reato di tortura, come chiediamo da tempo insieme a Antigone e Amnesty International".
"Per prevenire il ripetersi di questi episodi crediamo urgente e improcrastinabile – dice il responsabile di Cittadinanzattiva – l'avvio di una reale verifica sulla gestione di strutture socio-sanitarie o di alloggio, a partire da quelle per anziani e per disabili. Non è possibile che le stesse vengano accreditate solo accertando il rispetto di criteri burocratici, ma è anche necessario che vengano sottoposte a verifiche periodiche per condizioni igieniche, livelli di stress e comportamenti del personale".