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Tra gennaio e giugno del 2015 il volume delle esportazioni della Sardegna è stato di 2,6 miliardi di euro in tutto il mondo. Di questi, ben l'84% ha riguardato prodotti petroliferi raffinati, l'agroalimentare è stato interessato per il 3,49%, minerali estratti da cave e miniere per l'1,06%. I dati sono stati divulgati stamattina dal vicepresidente nazionale della Camera di Commercio Italo Araba, Raimondo Schiavone, in occasione della seconda Borsa internazionale delle Imprese Italo Arabe.
Durante la due giorni di lavoro, si confronteranno circa 120 aziende italiane (di cui cento sarde) e 20 estere in rappresentanza di Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Libano, Egitto, Marocco, Algeria. Una grande opportunità, visto che ogni anno l'Italia esporta nei Paesi arabi per una cifra pari a trenta miliardi di dollari.
La novità di questa edizione è la presenza dell'Iran che per la prima volta partecipa a una Borsa Commerciale in Italia dalla fine delle sanzioni. Le imprese si confronteranno – in programma circa 400 incontri d'affari – con i mercati arabo e iraniano con l'obiettivo di esportare in quei paesi i prodotti dell'agroalimentare della carpenteria metallica e dell'Ict.
Schiavone ha fatto notare che l'export sardo rappresenta l'1,2%. "Siamo quasi in coda alla classifica delle regioni italiane – ha detto – ma questo significa che qualsiasi iniziativa è positiva e utile a creare ricchezza".
Al tavolo dei relatori anche l'assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese, il presidente della Fondazione, Antonello Cabras, la deputata del Pd Romina Mura e i presidenti di Confindustria e UnionCamere, Alberto Scanu e Agostino Cicalò. 

"La Sardegna non è una regione virtuosa dal punto di vista dell'export, ecco perché l'internazionalizzazione delle imprese è fondamentale, soprattutto per far conoscere l'Isola all'estero". Lo ha dichiarato il presidente regionale di Confindustria, Alberto Scanu, durante l'inaugurazione della seconda Borsa Internazionale delle Imprese Italo Arabe.
"Dobbiamo far passare il messaggio che nel nostro territorio si può fare business – ha aggiunto – in particolare a livello di insediamenti produttivi, vista la posizione anche geografica di piattaforma logistica tra il mondo del nord Africa e della penisola araba e l'Europa".
Sul concetto di piattaforma ha insistito anche Romina Mura, deputata del Pd, che ha parlato di "centralità nel Mediterraneo come punto di forza e opportunità di sviluppo non solo per l'Isola, ma anche per l'Italia".
A rappresentate la Giunta regionale c'era l'assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda. "Guardiamo con favore a iniziative come questa rivolte a incrementare la ricchezza sarda – ha spiegato – posto che il risultato dell'internazionalizzazione deve essere raggiunto grazie all'abilità degli imprenditori. Penso all'azienda Tre A-Latte Arborea, che non ha ricevuto alcun aiuto pubblico, e la cui produzione è apprezzata anche fuori dall'Europa".
Maninchedda ha poi ricordato l'interlocuzione tra Regione e Qatar Foundation per la realizzazione del Ospedale Mater di Olbia che "dovrà essere un un polo di eccellenza nel Mediterraneo e nel mondo", e in generale la tendenza a "guardare a grandi fondi di investimento, ragionando su come attrarre il capitale privato". Del resto, ha concluso, "le risorse pubbliche sono limitate perché ogni anno lo Stato trattiene alla Sardegna 600 milioni di euro per contribuire al risanamento del debito pubblico".