"SLURP" lecchini, cortigiani e penne alla bava. La stampa al servizio dei potenti che ci hanno rovinati: è andato in scena ieri all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari lo show teatrale di Marco Travaglio, giornalista e direttore de Il Fatto Quotidiano. Sul palco anche L’attrice Giorgia Salari, con la regia di Valerio Binasco.
Come un fiume in piena, con una satira sferzante e incontenibile, Travaglio attacca intellettuali, opinionisti, politici e giornalisti: ma sono questi ultimi l’obiettivo del suo show, i suoi colleghi, da troppo tempo piegati e al servizio dei potenti.
Da Ferrara a Vespa la lista dei giornalisti-lecchini è molto lunga e passata in rassegna a partire dagli anni Venti, quando la propaganda fascista mostrava un Mussolini nel pieno della sua prestanza fisica e le sue attività sportive. Immancabile il paragone con Renzi, seguito oggi dalla tv con la stessa enfasi con cui i media del ventennio seguivano il Duce.
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Prosegue, Travaglio, e sempre con generosa ironia, attraversando il periodo della prima repubblica, gli anni di Tangentopoli, il berlusconismo, le parentesi governative del centro-sinistra, fino ad arrivare ai governi della larghe intese, dopo la caduta di Berlusconi nel 2011, e al Golpe bianco che ha portato allo scranno Monti, Letta e Renzi. Il tutto sempre accompagnato dalle citazioni dei leccaculo che non si sono mai fatti mancare pronti cambiamenti di bandiera e di padrone.
Il recital invita a prendere coscienza e osservare le dinamiche dell’informazione italiana, madre feconda di servizi celebrativi sul potente di turno, pronta a rimangiarsi quanto detto in quattro e quattr’otto, quando qualcuno si trova a fare i conti con la giustizia o cambia sponda politica.







