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È iniziata l'attività sperimentale del Posto di ispezione frontaliero (Pif) di Cagliari, unico in Sardegna: consentirà alle imprese della filiera agroalimentare sarda di esportare i propri prodotti in tutto il mondo a costi e tempi competitivi. Può essere, così, data attuazione agli accordi stipulati con il sistema dei porti dell'Uruguay e con quelli del Nord Africa.
Con l'apertura del Pif, con sede nel porto del capoluogo, potranno essere svolti i controlli all'importazione dei prodotti di origine animale destinati al consumo umano "Hc" e dei prodotti di origine animale non destinati al consumo umano, imballati "Nhc" finora svolti in altri porti nazionali o comunitari per le merci destinate all'Isola. Il servizio, autorizzato dal Food Veterinary Office della Commissione europea (Fvo), fa parte della rete italiana e comunitaria, a garanzia della sicurezza alimentare e delle produzioni zootecniche. "Le prime prenotazioni – spiega Roberto Isidori, commissario straordinario dell'Ap di Cagliari – sono incoraggianti. Sono inoltre state avviate le procedure sperimentali di sdoganamento in mare delle merci (Pre Clearing), grazie a un protocollo di intesa siglato fra la Capitaneria di Porto di Cagliari e la locale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Con la sua piena operatività quello che fino a ieri sembrava un sogno diventerà realtà: sarà possibile velocizzare i tempi di sdoganamento delle merci che sbarcheranno a Cagliari".
Le procedure verranno concluse direttamente in mare. "Si è lavorato tanto – conclude Isidori – insieme a tutti gli operatori del cluster portuale in particolare con doganalisti, agenti marittimi e l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per raggiungere un risultato che ci riempie di orgoglio. In questo modo, con una più efficiente catena logistica, aumenterà la capacità di movimentazione del nostro scalo".