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Senza un nuovo contratto da sei anni, i lavoratori forestali provenienti da tutta la Sardegna si sono ritrovati stamani in un presidio davanti al Consiglio regionale, insieme con altre due proteste in atto: quella dei lavoratori stagionali del settore turistico e quella degli operatori delle compagnie teatrali e danza.
In concomitanza con i lavori del Consiglio sulla legge Finanziaria 2016, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila hanno sollecitato l'avvio delle trattative per il rinnovo del contratto integrativo regionale dei circa 6.000 dipendenti dell'Ente Foreste dei quali 1.700 a tempo determinato con contratti da tre a sei mesi.
"Le risorse stanziate dalla Giunta regionale, circa 350 mila euro, sono da ritenersi del tutto insufficienti per poter garantire un rinnovo contrattuale, seppur integrativo, di un contratto nazionale anch'esso non applicato dal 2010 – osserva Francesco Piras della Cisl -. Questa situazione di blocco ha causato una sensibile perdita del potere d'acquisto dei salari degli operatori dell'Ente Foreste che percepiscono retribuzioni che si aggirano in media sui mille euro".
Al termine del presidio è fissato un incontro con i capigruppo del Consiglio regionale. 

Sarà un incontro con gli assessori competenti, convocato già nel primo pomeriggio di domani, ad individuare la possibilità di avviare le trattative per il contratto del personale dell'Ente foreste, scaduto nel 2010. Lo ha comunicato ai rappresentanti sindacali dell'Ente, dopo contatti informali con gli assessori interessati del capogruppo del Pd Pietro Cocco, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, al termine di un incontro tra tutti i capigruppo e i sindacati dei lavoratori, oggi in presidio davanti al palazzo di Via Roma.
Ganau ha aggiunto che "si tratta di un risultato importante che consente di sbloccare la trattativa fra le parti e permette allo stesso Consiglio regionale di valutare meglio i suoi spazi di intervento, fermo restando che il quadro economico complessivo è molto difficile e l'iter della finanziaria è in una fase molto avanzata".
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che "occorre essere chiari e onesti, qui siamo davanti ad una assenza vergognosa del commissario dell'ente e della Giunta; se è necessario, come abbiamo fatto altre volte, possiamo farci carico del problema come capigruppo, noi siamo pronti". Per il capogruppo del Pd Pietro Cocco "il Consiglio farà certamente la sua parte ma è chiaro che va data precedenza alla contrattazione sulla quale l'Assemblea non può entrare; quanto alla stabilizzazione dei precari, il percorso deve avere una sua gradualità perché lo impone la legge, ma è già iniziato ed andrà avanti".
"Vogliamo una soluzione", ha dichiarato il capogruppo dell'Udc Gianluigi Rubiu, riconoscendo che "è oggettivamente difficile intervenire in seconda battuta per limitare danni provocati da altri, però va detto che gli adeguamenti contrattuali proposti sono offensivi". Secondo il capogruppo di Sel Daniele Cocco "le cifre su cui ragioniamo sono rilevanti ed anche la soluzione di utilizzare il Tfr non mi convince; a finanziaria sostanzialmente chiusa, bisogna ripartire da dove ci si era fermati, cioè dalla contrattazione con l'esecutivo". Per i Riformatori, il capogruppo Attilio Dedoni ha detto che "è evidente che la Giunta non ha fatto la sua parte e deve mettere rimedio ai suoi stessi errori, non ci sono alternative; quella del Tfr mi sembra una extrema ratio, piuttosto bisogna accelerare con la riforma".