“Atto intimidatorio”. Così è stato bollato il blitz di ieri nella facoltà di Ingegneria, durante il quale sono stati affissi manifesti contro l’attività di ricerca di Giacomo Cao, Ordinario di Principi di Ingegneria Chimica e Direttore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e dei Materiali. Secondo la ricostruzione fornita dalla facoltà di Ingegneria alcune persone avrebbero atteso Cao all’entrata dell’aula dove doveva svolgere, ed ha svolto, la sua lezione, al secondo piano del Padiglione della Presidenza della Facoltà in piazza d’Armi, ed hanno attaccato ai muri dell’atrio delle aule manifestini anonimi in cui veniva stigmatizzato il ruolo del docete nel campo della ricerca aerospaziale.
“E’ con grande tristezza e preoccupazione che sottolineo che i metodi intimidatori consistenti nell’attendere i docenti fuori dell’aula di lezione sono propri dell’approccio squadristico”, denuncia il docente di Ingegneria Corrado Zoppi, “al dibattito ed alla lotta politica e fanno parte di consuetudini che non sono proprie della tradizione della dialettica politica universitaria della nostra Terra e della nostra Università.
Sottolineo”, ha aggiunto, “che la presenza di due Agenti della Diogos al secondo piano del Padiglione della Presidenza per tutta la durata della lezione del Prof. Cao ha, probabilmente, evitato che la situazione diventasse ancora più spiacevole”.
Del Zompo. "Non è la prima volta che il professor Giacomo Cao viene fatto oggetto di atti intimidatori legati alla sua attività professionale. L’Università è il luogo della ricerca, del dialogo e del confronto anche tra posizioni diametralmente opposte. Quando però dal dialogo si passa alla contrapposizione sterile e violenta che aggredisce la libertà di studio e di ricerca, l’Università ha il dovere di respingere con forza ogni estremismo, di qualunque natura e provenienza. Mentre esprimiamo solidarietà al professor Giacomo Cao, desideriamo porre l’accento sulla nostra missione di sede primaria dell’elaborazione e della diffusione del sapere, che concorre allo sviluppo culturale, sociale ed economico attraverso la ricerca, la formazione e il trasferimento delle conoscenze scientifiche.
L’Ateneo contatterà le autorità giudiziarie per avere maggiori informazioni sull’accaduto e assumere i provvedimenti conseguenti".







