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Le indagini sulla vicenda – coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Oristano Marco Ulzega – prendono una nuova piega: in un primo momento Barria era stato ritenuto responsabile dell'esplosione dell'ordigno che si pensava stesse nascondendo ed era stato arrestato e piantonato in ospedale. Ma i nuovi elementi raccolti dai carabinieri della Compagnia di Macomer, guidati dal capitano Giuseppe Pischedda, pur essendo Barria l'unico indagato, attenuano i sospetti su di lui – che da due settimane non è più in stato di arresto – e percorrono nuove piste, con il coinvolgimento di altre persone.
Il muratore è stato sottoposto a numerosi interventi di rimozione di schegge e chiodi e infine di ricostruzione. I medici confidano di salvargli la gamba destra mentre l'esito sulla vista è ancora incerto. L'esplosione dell'ordigno rudimentale era avvenuta nel primo pomeriggio del 9 maggio scorso quando Alessandro Barria, subito dopo pranzo era entrato nella sua Ford Fiesta per andare a lavoro.