trivelle-pigliaru-sposa-linea-renzi-and-quot-sbagliato-eliminare-uso-combustibili-fossili-and-quot

"Penso che non sia un referendum tra chi è a favore delle trivelle e chi è contro: nessuno vuole un governo centrale capace di imporre una proliferazione di trivellazioni nelle 12 miglia, contro la volontà dei territori coinvolti. E' un referendum su una cosa infinitamente più piccola".

E' quanto scrive il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, sulla sua pagina Facebook, intervenendo così per la prima volta sul referendum del 17 aprile. "Non è in alcun modo in discussione l'apertura di ulteriori, nuovi impianti – sostiene Pigliaru – è in discussione solo questo: se questi pochi impianti possono o meno continuare a produrre fino a esaurimento dei giacimenti. Nessun impianto è localizzato nelle acque sarde e comunque la Sardegna non è mai stata a rischio perché nella legge in questione è stata introdotta una norma di salvaguardia per le Regioni a statuto speciale. Io con Prodi, Renzi, Bersani e moltissimi altri credo che non sia ragionevole cancellare da un giorno all'altro l'uso di combustibili fossili. Di conseguenza, credo sia ragionevole consentire che i pochi impianti oggi attivi possano continuare l'estrazione fino all'esaurimento dei giacimenti".

"E' ragionevole perché la nostra prospettiva è quella 'transizione energetica', cioè l'impegno a ridurre costantemente e rapidamente le emissioni dannose per fermare il cambiamento climatico. La Sardegna, infatti, allineandosi alla Commissione ENVE del Comitato europeo delle Regioni da me presieduta a Bruxelles, si è impegnata a ridurre del 50% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Questa prospettiva implica appunto una transizione rapida, ma non l'annullamento immediato di ogni utilizzo di combustibili fossili; non è dunque in conflitto con l'idea di tenere aperti i pochi impianti esistenti, senza aumentarne il numero".