rimborsopoli-pm-and-ldquo-cene-a-base-di-orziadas-e-aragoste-coi-fondi-pubblici-and-rdquo

Cene per due con aragosta, ma anche pizze e "orziadas" (anemoni di mare impanati e fritti), e whisky di marca, tutte rimborsate dal Gruppo misto "senza che il tesoriere del gruppo, Giuseppe Atzeri (Psd'Az), si preoccupasse di valutare i riferimenti istituzionali di questi appuntamenti conviviali". È iniziata con un duro attacco del pm Marco Cocco la requisitoria davanti ai giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Cagliari nel processo scaturito dalla prima inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna, relativamente al Gruppo Misto della XIII legislatura, dal 2004 al 2009.
Il magistrato inquirente ha prima fatto una lunga premessa, chiarendo che l'inchiesta sarda sui fondi anticipa di tre anni quella del tutto simile, esplosa nel Lazio col caso Fiorito nel 2012. "Se il denaro è stato ricevuto e si è mescolato con le risorse personali – ha detto Cocco -, la prova è raggiunta. E si debbono attendere le giustificazioni dell'imputato che devono essere puntuali e devono essere poi valutate. Non c'è inversione dell'onore della prova". Dei 20 indagati iniziali sono rimasti in 14 a processo dopo le condanne di Adriano Salis (Idv) in abbreviato, Silvestro Ladu (ex Pdl) e Beniamino Scarpa (Psd'Az) che sono stati stralciati, e le assoluzioni di Peppino Balia (Psi) e Renato Lai (ex Pdl). La morte dell'ex consigliere Pino Giorico (Udeur) ha estinto anche il suo procedimento penale. 

Il pm Marco Cocco è poi entrato nel merito delle singole posizioni, iniziando la sua discussione proprio parlando del tesoriere ed ex capogruppo del Misto, Giuseppe Atzeri (accusato anche di mobbing dall'ex funzionaria del Consiglio regionale, Ormella Piredda). "Risponde del peculato per 135.616 euro, di questi circa novemila euro sono per i pasti" ha ripetuto il magistrato, "mancano i collegamenti al riferimento politico istituzionale degli appuntamenti conviviali". I consiglieri del Misto – a detta dell'accusa – hanno presentato 12 scontrini, sempre per cene per due, a base di pizza, per 241 euro, ma in 22 casi si sono fatti pagare pasti completi per 1.147 euro.
"Il consigliere Atzeri – attacca Cocco – prima di erogare i soldi pubblici poteva incuriosirsi: un pasto per due con aragosta da Severino il Vecchio è costato 103,50 euro". E non solo. Il magistrato della Procura ha anche puntato l'indice su varie altre cene a base di pesce e orziadas, alcune delle quali concluse con liquori costosi. "Ma non ha chiesto spiegazioni – ha sottolineato, rivolgendosi sempre al capogruppo – per un pasto per dieci, 554 euro, con whisky scozzese da 50 euro a bottiglia". Atzeri – secondo l'accusa – in un anno ha speso 3.165 euro per una ricarica telefonica intestata alla figlia, anche se questa spesa, ha detto il pm, è stata oggetto di contestazione.
Il magistrato si è poi soffermato sulle spese ritenute illecite dell'ex consigliere Maria Grazia Caligaris (Psi) per 136.691 euro. "La tesi della buona fede avrebbe bisogno di un passo ulteriore – ha rimarcato -. Restituire i soldi.
L'onorevole Caligaris non ha mai restituito". Fra gli indagati ci sono anche Giommaria Uggias, Tore Amadu, Carmelo Cachìa, Oscar Cherchi, Mariolino Floris, Raimondo Ibba, Sergio Marracini, Raffaele Farigu, Pierangelo Masia, Alberto Randazzo, Vittorio Randazzo e Salvatore Serra. L'inchiesta è legata all'utilizzo dei soldi destinati alle attività del gruppo che, secondo la Procura, sarebbero invece stati spesi illegittimamente dagli imputati che ricevevano ogni mese altri 2.500 euro. Ma proprio da questa inchiesta sui fondi, poi, ne sono nate anche altre rivolte ad altri Gruppi consiliari e alla legislatura successiva che, complessivamente, hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati di oltre 80 persone.