Si blocca il processo a Tempio per i morti sul ponte di Monte Pino, a Olbia, crollato il 18 novembre 2013 a seguito della disastrosa alluvione che solo in Gallura provocò 13 vittime, 19 in tutta la Sardegna.
La mancata notifica dell'avviso di chiusura dell'inchiesta al difensore di uno dei degli indagati, ha costretto il Gup Vincenzo Cristiano a restituire gli atti alla Procura e il procedimento dovrà ricominciare dalla fase degli avvisi e si dovrà fissare una nuova udienza davanti al giudice.
Nel frattempo, questa mattina i familiari delle tre vittime – Bruno Fiore, di 68 anni, la moglie Sebastiana Brundu, di 61, e la consuocera Maria Loriga, di 54, inghiottiti con l'auto nella voragine apertasi dopo il crollo del ponte – si sono costituiti parte civile. Ma l'amarezza è tanta per lo stop al processo. "E' una vergogna – attacca l'avvocato Maurizio Mani, che tutela la madre ottantenne di Maria Loriga – che processi così importanti possano incontrare degli intoppi per errori così macroscopici.
L'unica cosa che a noi e ai nostri assistiti interessa, è che il processo finalmente parta".
Sul banco degli imputati con l'accusa di omicidio colposo, il progettista e direttore dei lavori della strada, la provinciale 38, l'ingegnere di Calangianus Giuseppe Muzzetto, di 71 anni, i tecnici della ex Provincia Olbia-Tempio, Francesco Prunas, Pasquale Russo e Graziano Sini, il dirigente della Provincia di Sassari Giuseppe Mela e l'ingegnere Antonio Zuddas, che nel 1991 collaudò la strada realizzata nel 1983 da un'impresa romana.
Uncategorized Alluvione 2013, crollo ponte: atti in Procura
Alluvione 2013, crollo ponte: atti in Procura







