Male incurabile non è sinonimo di tumore. In Sardegna 70.349 persone vivono dopo la diagnosi. E il 60%, circa 42 mila, possono affermare di essersi lasciati il cancro alle spalle. Ma si può fare sempre di più, avvisano gli esperti.
"Serve più impegno – dichiara Daniele Farci, specialista cagliaritano e membro Direttivo nazionale degli oncologi – per migliorare l'adesione agli esami di screening, fondamentali per la prevenzione. Nuove terapie allungano la sopravvivenza".
Numeri e punto della situazione sono arrivati questa mattina in occasione della presentazione a Cagliari del libro Si può vincere realizzato dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) con la raccolta delle testimonianze dei pazienti che hanno combattuto e vinto la battaglia.
Fondamentale la prevenzione. Nel biennio 2011-2012 solo il 46,4% delle donne residenti nell'isola ha eseguito una mammografia rispetto a una media nazionale pari al 60,9%.
Migliore invece la risposta agli altri due test raccomandati, anche in rapporto alla media nazionale. Circa il 45% ha aderito all'invito a sottoporsi al Pap-Test (41% Italia) per la diagnosi tempestiva del tumore del collo dell'utero. E il 50,3% dei sardi ha eseguito il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per individuare il cancro del colon-retto (47,1% Italia).
I principali 'avversari' (tumore del seno, polmone, prostata, colon-retto, stomaco) hanno fatto registrare nel 2015 in Sardegna 5.230 nuovi casi. "La sfida è intervenire contro il tumore in una fase iniziale. Questo risultato può essere raggiunto con le analisi genetiche e molecolari, perché alla radice di ogni neoplasia vi sono alterazioni in uno o più geni – sottolinea Giuseppe Palmieri, Responsabile dell'Unità di Genetica dei Tumori dell'Istituto di Chimica Biomolecolare-CNR di Sassari -. Attraverso test condotti sulla popolazione della Sardegna sono stati individuati fattori di rischio (età, numero e distribuzione dei tumori in famiglia) in grado di predire in maniera significativa la presenza di mutazioni genetiche predisponenti al cancro del seno e del colon-retto. Abbiamo anche dimostrato che queste alterazioni sono associate a un aumentato rischio di sviluppare non solo queste due neoplasie, ma anche diversi altri tipi di tumori". Il libro "Si può vincere" si divide in due parti, nella prima è analizzata l'evoluzione della cura dei tumori negli ultimi decenni, rispondendo a domande su come sono cambiati i trattamenti, con approfondimenti su chirurgia, chemioterapia, terapie biologiche e radioterapia. È poi descritta la nuova era nel trattamento delle neoplasie rappresentata dall'immuno-oncologia.
Tumore, in Sardegna è male curabile: il 60 % vive dopo la diagnosi







