La riforma dell'ente foreste trasformato nell'agenzia Forestas non risolve le criticità che riguardano l'inquadramento del personale dipendente e semestrale e il coinvolgimento delle comunità locali, che hanno conferito le porzioni di territorio che fanno parte dell'imponente patrimonio forestale regionale. I gruppi di opposizione ribadiscono le proprie critiche alla legge che istituisce la nuova agenzia e puntano il dito contro il centrosinistra: "tutto accentrato nelle mani della Giunta, mentre i Comuni vengono esautorati".
Secondo il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, "resta ancora aperto il problema dei semestrali visto che c'è una norma che rischia di far saltare la stabilizzazione. E mentre prosegue la visione vincolistica del centrosinistra è paradossale – attacca – che non ci sia la partecipazione alla gestione del patrimonio da parte degli enti locali che trasferiscono i territori". "Il bosco va tutelato con un ente che sappia farlo in collaborazione con i sardi. Questa legge, invece – denuncia il capogruppo Udc Gianluigi Rubiu – è stata approvata senza il consenso di chi vive nei territori ed è stata calata dall'alto". L'esponente centrista ribadisce le perplessità sulla nozione di bosco: "così com'è rischia di riproporre i problemi legali al refresh".
"E' stata creata un'azienda che dovrebbe fruttare mentre siamo dinnanzi alla negazione della valorizzazione economica della filiera agro-silvo pastorale", tuona il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni. E per il leader Udc, Giorgio Oppi, non ci sono dubbi: nella legge sono palesi le illegittimità.
Regione Forestas, centrodestra in rivolta: “Comuni esautorati”
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