Cinque donne incinte potranno lasciare la Sardegna, mentre gli altri dovranno attendere che si concluda l'iter per ottenere lo status di rifugiato. Si è conclusa così, almeno per il momento, la protesta di 25 migranti etiopi che ieri hanno lasciato il centro di accoglienza "Il Vivaio", nella campagne di Sorso, e hanno raggiunto a piedi, dopo oltre sei ore di cammino, il sagrato della chiesa del Buon Pastore a Sassari, a poche centinaia di metri dalla Questura, dove hanno trascorso la notte all'addiaccio.
I migrati, tra di loro una decina di donne, erano sbarcati a Cagliari il 14 aprile scorso, dopo essere stati soccorsi al largo delle coste libiche. Come già successo per le precedenti proteste avvenute nel capoluogo sardo, chiedono di poter lasciare immediatamente la Sardegna per ricongiungersi con i parenti che si trovano in altre città italiane ed europee.
Al momento dell'arrivo al centro di accoglienza di Sorso, era stato detto loro di attendere l'iter per il riconoscimento dello status di rifugiato, ottenuto il quale avrebbero avuto i documenti e quindi il lascia passare per abbandonare l'Isola. Ma hanno scelto lo stesso di protestare. E nel mirino ci sarebbero anche le condizioni all'interno del centro che li ha ospitati fino a ieri.
Durante la notte i 25 etiopi sono stati assistiti dai residenti della zona che hanno fornito loro coperte e vestiti.
Oggi si sono presentati in Questura per chiedere il rilascio dei documenti. Ma solo le cinque donne incinte li hanno ottenuti, gli altri dovranno aspettare. Al momento la protesta si è conclusa e i migranti dovranno rientrare a Sorso.
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Protesta migranti, marcia di 6 ore e notte all’addiaccio







