''Il governo conferma che l'Isola di Budelli deve essere pubblica. Il Tribunale ne tenga subito conto''. Lo ha affermato l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ora presidente della Fondazione Univerde e promotore della petizione 'Budelli bene comune', nel corso di una conferenza ad hoc in occasione della giornata dedicata alla Sardegna.
In mattinata, da piazza Barberini a Roma, Pecoraro Scanio insieme con Jimmy Ghione, inviato di "Striscia la notizia" hanno lanciato l'appello al governo, al parco nazionale dell'Arcipelago de La Maddalena e alla Regione Sardegna perché ''si chiuda la stagione dei boicottaggi contro la riserva integrale, che non si deve toccare; e si rispetti la decisione del Parlamento nel 2013 che ha deciso che il parco nazionale esercitasse il diritto di prelazione per l'acquisto dell'isola''.
''Nel giorno nazionale dedicato alla Sardegna – ha osservato l'ex ministro – abbiamo voluto evidenziare la nostra azione di tutela a favore dell'isola di Budelli affinché diventi patrimonio dello Stato italiano. Ora anche il sottosegretario Silvia Velo ha confermato che Budelli deve essere pubblica, tenendo conto della decisione del Parlamento e dello stanziamento dei fondi destinati esclusivamente per l'acquisto dell'isola. Il Tribunale tanga subito conto di quanto espresso dal ministero dell'Ambiente''.
Il governo "ha confermato la volontà di mantenere l'isola di Budelli bene pubblico a tutela integrale a prescindere dalla proprietà pubblica o privata del bene". Lo afferma la deputata di Sinistra Italiana Serena Pellegrino, vicepresidente della commissione Ambiente di Montecitorio, commentando la risposta della sottosegretaria all'Ambiente Silvia Velo al question time di SI in commissione Ambiente sull'Isola di Budelli.
"La delibera con cui il consiglio dell'Ente Parco dà parere contrario all'acquisto dell'isola ha riaperto la questione – prosegue l'esponente di Sinistra Italiana – dal nostro punto di vista è illegittima perché adottata in assenza del Presidente del Parco. Il Governo vigili nei prossimi mesi affinché l'Ente Parco rediga e approvi urgentemente il piano del parco poiché, a causa della sua assenza, il Consiglio di Stato ha riconosciuto l'acquisto al privato. La mancata redazione del piano e la delibera che rigetta la volontà di acquisto sono azioni che non lasciano ben sperare. È indispensabile che non venga ridotto il livello di tutela per la gestione di questo bene prezioso. Se il problema sono gli oneri di gestione, conclude Pellegrino, c'è già chi, come il Wwf, è pronto a sostenere economicamente le attività di gestione della riserva" conclude Pellegrino.