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Parte da Cagliari domenica 1 maggio la campagna di sensibilizzazione "Fermiamo l'Hiv, non le persone con l'Hiv" promossa da Cgil – Ufficio Nuovi Diritti e Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids di Cagliari.
Al centro dell'iniziativa ci sono i temi della tutela dei diritti e della lotta alla discriminazione nei luoghi i lavoro.
In particolare, l'obiettivo della collaborazione tra Cgil e Lila è informare i lavoratori sui diritti legati agli accertamenti sul test Hiv che, per legge, è riservato e non può essere imposto dai datori di lavoro, né prima né dopo l'assunzione.
"Purtroppo – spiega Brunella Mocci, presidente della Lila di Cagliari e membro del Coordinamento nazionale Lila – negli ultimi anni sono arrivate al nostro centralino come nelle altre sedi dell'associazione in Italia, sempre più numerose segnalazioni di persone che denunciano l'imposizione, da parte dei datori di lavoro, di accertamenti sull'eventuale stato di positività a Hiv del dipendente".
Sindacato mobilitato. "Massimo impegno – ha spiegato il responsabile Nuovi Diritti Cgil Sandro Gallittu – in una campagna che ci vedrà impegnati nella diffusione del messaggio in modo capillare, attraverso assemblee sindacali e con una lettera ai nostri iscritti, che inoltreremo proprio il Primo maggio, per rimarcare l'importanza della giornata dedicata ai lavoratori ma anche la necessità di superare violazioni e discriminazioni purtroppo ancora assai diffuse".
La Lila ricorda quali sono le regole. "La legge italiana prevede che il test per l'accertamento dell'infezione da hiv, un test ematico dedicato e che esula dalle analisi del sangue di routine, sia una scelta individuale, autonoma e volontaria. Uno screening indiscriminato su tutti i dipendenti è un abuso e un illecito e – ha aggiunto Mocci – si presenta come un atto di discriminazione lesivo dei diritti di tutte le persone, ma soprattutto di quelle con infezione da hiv. Perciò la nostra campagna è fortemente dedicata soprattutto a loro, che vivono questa situazione di sofferenza in ambito lavorativo".