Pena ridotta per l'omicida di Antonio Pusceddu, l'ex sindaco di Guamaggiore assassinato nelle campagne del paese il 19 dicembre 2013. La Corte d'assise d'Appello ha condannato a dieci anni e mezzo di carcere Salvatore Caria, il pensionato di 75 anni che aveva ucciso il vicino di terreno tra i filari della vigna.
I giudici di primo grado gli avevano inflitto 12 anni di reclusione, ma oggi il collegio presieduto da Grazia Corradini ha ricalcolato la pena riducendo di un anno e mezzo la carcerazione. Accolte dunque le richieste degli avvocati difensori Francesco Marongiu e Franco Villa. Al pensionato era già stato riconosciuto in primo grado la parziale infermità mentale.
All'origine dell'omicidio – poi confessato da Caria – ci sarebbe stato un banale contenzioso tra confinanti per un filare di vigna. Ossessionato da quella che considerava un'ingiustizia, il pensionato aveva fatto fuoco col suo fucile contro Antonino Pusceddu, sindaco del paese del 1985 al 1990. La vittima aveva tentato invano di ripararsi dietro l'auto ma era stato raggiunto da due colpi, il secondo al capo.
Nell'aula della Corte d'assise d'Appello erano presenti anche i familiari dell'ex amministratore ucciso, costituitisi parte civile. A rappresentare l'accusa c'era il sostituto procuratore Giancarlo Moi che aveva invece chiesto una condanna ad oltre 14 anni di carcere. Ma dopo una camera di consiglio durata alcune ore, la Corte ha decretato per l'imputato – detenuto e presente in aula accanto agli agenti della polizia penitenziaria – una pena di 10 anni e mezzo di reclusione.
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