Una "confessione" lunga sette ore per raccontare tutti i dettagli dell'oliato meccanismo per l'aggiudicazione dell'appalto del Lotto 3 della strada Sassari-Olbia e per la spartizione della tangente da 800 mila euro tra i politici e i tecnici che ruotavano attorno alla "squadra" di Salvatore Pinna, l'ingegnere di Desulo (Nuoro) indicato dalla Procura della Repubblica di Oristano come il presunto capo della tangentopoli sarda.
A raccontare particolari e dettagli è stato – come riferiscono oggi i quotidiani sardi – l'imprenditore romano Girolamo De Sanctis, 77 anni, titolare dell'omonima società di costruzioni, nel corso dell'interrogatorio reso al sostituto procuratore titolare dell'inchiesta Armando Mammone.
L'interrogatorio è stato secretato, e al termine l'avvocato Filippo Dinacci, difensore di De Sanctis, ha chiesto per il suo assistito la revoca degli arresti domiciliari disposti dal Gip del Tribunale di Oristano un mese e mezzo fa.
Alla richiesta di revoca non si è opposto il magistrato. La decisione del gip Annie Cecil Pinello potrebbe arrivare già nella tarda mattinata di oggi.
L'imprenditore romano avrebbe fornito al pm numerosi elementi di un complesso organismo, offrendo così riscontri sulle indagini agli inquirenti.
Nell'ambito dell'inchiesta, il 5 aprile scorso erano stati arrestati anche il vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna, Antonello Peru, e l'ex consigliere regionale Angelo Stochino, entrambi di Forza Italia.
Il costruttore romano Girolamo De Sanctis, 77 anni, è tornato in libertà. Il gip di Oristano Annie Cecil Pinello ha infatti deciso per la revoca degli arresti domiciliari, decisi un mese e mezzo fa nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti pilotati in Sardegna.
L'indagato sta collaborando con gli inquirenti: in un interrogatorio fiume durato sette ore avrebbe raccontato i dettagli dell'oliato meccanismo per l'aggiudicazione dell'appalto del lotto 3 della strada Sassari-Olbia e per la spartizione della tangente da 800 mila euro tra i politici e i tecnici che ruotavano attorno alla "squadra" di Salvatore Pinna, l'ingegnere di Desulo (Nuoro) indicato dalla Procura di Oristano come il capo della tangentopoli sarda.







