"Sempre più spesso la tangente non è costituita dal denaro: in Sardegna, per esempio, il lavoro è il bene più appetibile e il prezzo della corruzione è di frequente un'assunzione, anche per brevi periodi, per le mansioni più umili e miseramente retribuite". L'ha dichiarato il sostituto della Procura della Repubblica di Cagliari, Marco Cocco, intervenuto oggi al convegno "Anticorruzione e trasparenza: una piattaforma di interazione" organizzato da Anci, Prefettura e Anac.
Insomma, "corrotto e corruttori si muovono secondo logiche di mercato di un certo luogo e in un dato momento storico". Il pm – uno dei magistrati di punta del pool che opera sui reati contro la pubblica amministrazione – ha parlato di "apprezzamento sociale del fenomeno: chi resta estraneo alla pratica della corruzione viene raggiunto da una valutazione negativa di stupidità piuttosto che da un apprezzamento positivo per l'onestà".
E, portando le sue esperienze investigative, ha spiegato che "la gestione illegale della cosa pubblica costituisce un sistema alternativo a quello della legalità, ha regole proprie. La prima, non scritta ma inflessibile, prevede che non ci si debba rivolgere all'autorità giudiziaria: è la regola dell'omertà, rispettarla conviene a tutti i soggetti coinvolti nel sistema".
Uncategorized Corruzione, pm Cocco: “L’onesto è considerato stupido”
Corruzione, pm Cocco: “L’onesto è considerato stupido”
