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La riforma sanitaria in discussione nel Consiglio regionale è necessaria e, in linea di principio, "condivisibile", ma la sua attuazione fa storcere il naso alle segreterie regionali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, che sollecitano la Giunta regionale ad un confronto a tutto campo su welfare e servizi sanitari nel territorio, perchè "finora i vari pezzi stanno andando per conto loro".
A margine della conferenza stampa sulla mobilitazione del 19 maggio a Roma sulla riforma Fornero, Piero Agus della Fnp-Cisl sostiene che "alla fine dei conti le riforme su sanità e enti locali non sono sovrapponibili, mentre è prioritario che coincidano i confini istituzionali e quelli che erogano i servizi ai cittadini". Secondo Rinaldo Mereu della Uilp, "si è parlato di riforma ma non sono stati definiti i livelli essenziali di assistenza uguali in tutto il territorio. Noi siamo per l'h24, ma occorre accompagnare le definizione delle aggregazioni funzionali territoriali alle strutture complesse per garantire questo stesso servizio in tutti i territori".
"Dentro alla riforma delle rete ospedaliera c'è anche un pensiero positivo, ma di pari passo deve esserci la rete territoriale – sostiene Mina Cilloni della Spi-Cgil – non possiamo pensare che vengano svuotato il territorio e che le strutture devono offrire qualità nelle prestazioni erogate: la rete dei servizi socio sanitari deve rispondere alle fragilità e non si può ragionare solo di acuti. Ma occorre ricominciare a ragionare sulla prevenzione".