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Cambia il capo di imputazione, nel processo aperto davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari, ai vertici di Eurallumina, azienda di Portovesme, nel Sulcis. Non più solo pericolo di inquinamento ma disastro ambientale come evento che si sarebbe realmente verificato. Una modifica, decisa dal pm Marco Cocco, che ipotizza un reato più grave e che di conseguenza fa anche dilatare i tempi di una eventuale prescrizione. Per effetto della nuova contestazione, il processo verrà trasferito davanti ad un collegio di tre giudici.
Gli imputati alla sbarra sono l'amministratore delegato della società Vincenzo Rosino, 66 anni di Portici (Napoli), e il direttore dello stabilimento Nicola Candeloro, di 65, di Francavilla al Mare (Chieti): sono accusati, oltre che di disastro ambientale, anche di traffico illecito di rifiuti, in alcuni casi speciali e pericolosi.
Mentre all'interno del Tribunale si teneva l'udienza, all'esterno del palazzo di giustizia i gruppi di ambientalisti che si sono costituiti parte civile hanno organizzato l'ennesimo sit-in di protesta, con bandiere e striscioni, al grido "chi inquina paghi".
In Aula, il giudice ha respinto la richiesta di esclusione, avanzata dai difensori degli imputati, di alcune parti civili che erano state già ammesse dal Gup. Fra le parti ammesse ci sono il Wwf, nove cittadini del Sulcis, in parte agricoltori, e la Confederazione sindacale sarda (il sindacato che ha dato vita al sit-in assieme agli ambientalisti), assistiti dall'avvocato Riccardo Schirò. Già ammessa anche l'associazione dei Consumatori Sardegna, tutelata dal legale Filippo Viola. Gli imputati sono invece difesi dagli avvocati Luigi Concas, Pierluigi Concas, Carlo Sotgiu e Marco Tonellotto.
Il processo è stato aggiornato al 21 maggio prossimo per il cambio del collegio giudicante: il dibattimento entrerà nel vivo a giugno.