No forte e chiaro alle modifiche della Costituzione. Motivo? La riforma mette sotto schiaffo la Sardegna. Lo ha detto il deputato di Unidos Mauro Pili questa mattina lanciando i Comitati sardi per il No al referendum di ottobre.
La paura numero uno? "L'unico obiettivo – ha denunciato Pili – di questa pseudo riforma è quello di far decidere tutto a Roma, a partire dal deposito delle scorie nucleari". Il "cavallo di Troia", secondo il deputato, è la clausola di supremazia nazionale. "Lo Stato – ha sottolineato il parlamentare – potrà imporre ai sardi quello che vuole: quel poco di autonomia che avevamo verrà raso al suolo". Pili chiede attenzione: "Si parla di referendum – ha avvertito – sui temi nazionali come se fosse un sì o un no a Renzi. Senza concentrarsi sul cuore della modifica che riguarda proprio il futuro della Sardegna. Votare sì, significa dire sì alle scorie nucleari". Ora via alla mobilitazione: "Tra ieri e oggi – ha annunciato Pili – contiamo di attivare già 100 Comitati locali a cui potranno aderire sardi liberi, associazioni e movimenti identitari, senza nessuna interferenza di partiti italiani. Una campagna tutta sarda per la difesa della Sardegna e delle sue prerogative statutarie".
Un'analisi tecnica, quella del parlamentare: "Con il combinato disposto tra il termine adeguamento – ha precisato – e l'inserimento di una serie di nuove competenze statali molto uniformanti, si punta a ridurre notevolmente sino ad annientarli gli spazi di manovra per le regioni speciali". Non solo scorie: Pili avverte che le modifiche avranno ricadute anche sul tema delle entrate: "La partita finanziaria andrà ritrattata ex novo: la Sardegna sarà più debole".
Regione Referendum, Pili: “Sì apre porte a scorie”
Referendum, Pili: “Sì apre porte a scorie”







