"È necessario che si apra una vertenza nazionale sulla Sardegna sul versante occupazionale".
Lo ha dichiarato il segretario nazionale di Fim Cisl, Marco Bentivogli, oggi a Cagliari per lo sciopero di otto ore dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto e la manifestazione unitaria con Fiom Cgil e Uilm.
"Non possiamo accettare che l'unica alternativa alla disoccupazione sia andarsene via da questa meravigliosa terra, – ha aggiunto – come invece sono stati costretti a fare tante ragazze e ragazzi sardi. L'industria non è il futuro dicono i 'benaltristi'. Un terzo dei sardi negli anni Ottanta era occupato nell'industria, oggi poco più di un decimo. E' crollato il contributo dell'industria al Pil sardo, non è salito quello del turismo. Poi hanno detto che era 'finita l'industria pesante', ma è crollata anche l'industria hi-tech, al 247/o posto tra le regioni d'Europa", ha concluso Bentivogli.
"Se vincono i metalmeccanici vince il Paese, perché un buon contratto, come purtroppo ci ha insegnato la crisi, è l'unica garanzia di tutela per il lavoro, i lavoratori e le imprese". Lo ha dichiarato Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim Cisl, oggi a Cagliari per lo sciopero dei metalmeccanici.
"La vertenza del contratto è fortemente collegata alla questione lavoro, dopo sette mesi di trattativa pensavamo si volesse fare qualcosa di nuovo – ha aggiunto il sindacalista che ieri ha trascorso la serata assieme ai lavoratori Alcoa di Portovesme – da questa piazza, e da quelle della Sicilia e della Calabria che oggi hanno manifestato e scioperato insieme ai lavoratori sardi, arriva un messaggio forte e chiaro a Federmeccanica e alla parte più chiusa di Confindustria: non ci può essere vera innovazione senza un contratto nuovo che non lasci a terra nessuno, tuteli il potere d'acquisto per tutti i lavoratori e garantisca formazione, welfare e la partecipazione di tutti", ha concluso Bentivogli.







