Pecorino non sardo spacciato come sardo. E taglio anche del 30% rispetto allo scorso anno del prezzo del latte. Sono le due motivazioni più forti che hanno spinto migliaia di pastori sardi, dopo la mungitura, a lasciare le campagne ed a riversarsi in città per dire basta. E lo hanno fatto con i loro compagni di lavoro di ogni giorno, pecore e trattori.
In tanti hanno già raggiunto la Fiera di Cagliari per la grande manifestazione regionale promossa da Coldiretti. Partecipa anche il presidente nazionale Roberto Moncalvo. Temono di perdere tutto: tradizione e occupazione. E di non avere un futuro in un mercato che non premia le loro fatiche e che deve fare i conti con la concorrenza non sarda che – questa la principale accusa – si veste e si traveste con la bandiera dei quattro mori. L'obiettivo della manifestazione è difendere una tradizione secolare che, dopo il fallimento dello sviluppo industriale, rappresenta il vero valore aggiunto per rilanciare l'economia, il lavoro ed il turismo. "Senza i pastori la Sardegna muore",#iomangioitaliano, "il nostro futuro non si svende", "Stop al cibo sfalso", "Basta inganni scegli l'Italia" sono alcune delle richieste che si leggono sui cartelli e sugli striscioni. Su twitter l'hashtag è #NOpastoriNOsardegna.
Nel frattempo una caldaia per la preparazione del vero pecorino è stata montata negli spazi della Fiera, ed è stata allestita la prima mostra del falso pecorino nel mondo con esempi provenienti da tutti i continenti, dal Romano Made in Usa al Sardo prodotto in Canada. Accanto ai pastori ci sono allevatori, coltivatori e trasformatori impegnati a garantire la genuinità dei prodotti agroalimentari che hanno portato in piazza. Una mattinata anche di interventi e dibattiti. Con il popolo delle campagne c'è già il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo con la giunta nazionale, ma sono attesi i sindaci del territorio e i rappresentanti della giunta regionale. Prevista partecipazione del governatore Francesco Pigliaru. Uno spazio è dedicato all'innovazione per evidenziare il forte impegno dell'agricoltura sarda nella riconversione dell'industria in crisi con le opportunità offerte dalla chimica verde, ma anche dal recupero degli scarti dell'agricoltura e dell'allevamento.







