"La maggior parte dei migranti che arrivano in Sardegna con le navi, non vogliono rimanere. Molti di questi una volta che vengono ripartiti tra le province, abbandonano i Centri di accoglienza e convergono a Cagliari, con la speranza di potersi imbarcare. Si accalcano nel centro cittadino, creano di conseguenza problemi igienico sanitari, manifestano la volontà di voler ripartire, tutto questo provoca problemi di ordine pubblico".
Lo ha detto il prefetto, Giuliana Perrotta, in apertura del Tavolo di coordinamento regionale sui flussi migratori che si è tenuto a Cagliari. Immediata la presa di posizione del coordinatore regionale di Fi, Ugo Cappellacci: "Quando è lo stesso prefetto di Cagliari ad affermare che la maggior parte dei migranti che viene in Sardegna non vuole restare nell'Isola e che all'indomani dell'arrivo abbandonano i Centri di accoglienza, emerge in tutta la sua evidenza l'illogicità di portare nella nostra Isola persone che sono dirette altrove, rimettendo nuovamente il mare tra loro e la destinazione che sperano di raggiungere".
L'esponente politico risponde anche al Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del ministero dell'Interno Mario Morcone che durante l'incontro in prefettura ha sollecitato sindaci e presidente della Regione a collaborare per l'accoglienza. "C'è un impegno dell'Italia che dobbiamo condividere – ha evidenziato Morcone, ai microfoni della Rai – e lo possiamo condividere solo se tutti fanno la propria parte senza chiudersi nella difficoltà. Questa grande operazione umanitaria che si sta facendo deve essere condivisa da tutti dalle piccole comunità, dai sindaci dei piccoli e grandi centri. E' un percorso che dobbiamo portare avanti tutti insieme. Io spero che i sindaci riscoprano il protagonismo di decidere per il proprio territorio e quindi di concorrere assieme a noi a questo disegno complessivo del Paese, diversamente comunque io devo accogliere le persone".
Quasi un dictat, legato anche alla scelta del luogo in cui aprire il prossimo Cara dopo la chiusura di Elmas che non piace a Cappellaci. "Le affermazioni del Capo Dipartimento circa nuove iniziative unilaterali, ultimatum ed altre scelte calate dall'alto sono irricevibili e avremmo voluto sentire un minimo di obiezione da parte del presidente della Regione, presente all'incontro – sottolinea Cappellacci -. Non si può pensare che l'Isola venga trasformata nel muro d'Europa sul Mediterraneo solo per gli interessi politici di un Governo incapace di farsi ascoltare sul piano internazionale e che scarica tutto sulle Forze dell'ordine, sui volontari e sui territori. La cosiddetta macchina dell'accoglienza è ormai al collasso, è ora di dire stop agli sbarchi nell'Isola".







