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L'atmosfera di festa delle contrade di un tempo rivive a Bosa con 'Attoppa a camasinu!', incontriamoci in cantina. Una manifestazione in programma il 17 agosto che dà appuntamento a cittadini e turisti per sorseggiare bianchi e rossi, assaporare i piatti poveri della tradizione in una atmosfera conviviale col sottofondo del canto a chitarra e i cori 'a traggiu'. Dalle 18 a notte fonda riaprono 14 'camasinos', antiche cantine, luoghi dove per generazioni i bosani hanno fatto la cultura del vino, si incontravano per dialogare, durante il dopolavoro, bere un bicchierino, valutare la qualità delle annate.

L'iniziativa, organizzata dalla Pro Loco, animerà il centro storico dell'affascinante città sul fiume Temo con le caratteristiche case color pastello. In primo piano c'è la malvasia, vera eccellenza del territorio. Occasione ghiotta per cultori e estimatori per gustare quest'antichissima perla enologica le cui tracce sono state trovate in Sardegna dall'età del bronzo. In assaggio i tesori delle vigne della zona, vini prodotti in proprio e all'antica dai tanti piccoli produttori, e quelli imbottigliati dalle cinque cantine del territorio che assieme ad altre realtà hanno dato vita all'Associazione Strade della Malvasia. L'itinerario da via Carmine giunge in piazza Episcopio attraversando il centro storico della cittadina che si specchia sul fiume, dominata dal Castello dei Malaspina sul colle di Serravalle. Assieme ai vini si posso gustare i piatti tipici bosani di mare e terra, Milanzanas Assettadas (piatto povero a base di melanzane e pecorino), formagelle dolci e salate, gnocchetti con ricotta mustia e bottarga, mezze penne al sugo di aragosta, prelibatezza della zona.

"Bosa offre un ricco ventaglio di bellezze storico-archeologiche e naturalistiche – spiega Stefania Crisponi, presidente Pro Loco – la cattedrale romanica, il Castello, i mille angoli del centro storico, le piscine naturali come ad esempio Cane Malu. Bosa è rinomata per i preziosi manufatti in filet, la lavorazione del corallo e della filigrana, il Museo delle concerie, testimonianza di archeologia industriale, l'avifauna, con specie rare come il grifone o i 46 chilometri di strada panoramica lungo la costa che la separano da Alghero".