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"Lavorare in queste condizioni è sempre più difficile, serve un'azione immediata di tutti gli enti preposti". I vertici del Consorzio di bonifica della Gallura tornano a lanciare l'allarme siccità e sollecitano la Regione a sbloccare tre interventi ritenuti risolutivi: il recupero delle acque reflue; l'intercettazione dell'acqua del rio Padrongianus nel Comune di Olbia; l'intercettazione delle acque in località Monte Tova sul fiume Liscia nell'area di Arzachena.

"Se attuato – spiega il presidente del Consorzio Marco Marrone – questo piano ci consentirebbe di recuperare oltre 20 milioni di metri cubi d'acqua". Nonostante gli sforzi per razionalizzare al meglio la risorsa idrica presente nella diga del Liscia, gli esperti ritengono l'annata 2016 una delle stagioni irrigue più difficili degli ultimi decenni. "Prima dell'inizio dell'estate – sottolinea il direttore generale del Consorzio, Giosuè Brundu – siamo stati costretti a scegliere di posticipare l'irrigazione dei campi e a calendarizzare una rigida turnazione nell'utilizzo della risorsa. Salvo eventi eccezionali, queste azioni preventive ci dovrebbero consentire di portare a termine la stagione sfruttando al meglio la risorsa presente nella diga". Ma non basta.

"La Regione – incalza il presidente Marrone – non può restare ferma davanti allo stato di siccità che sta colpendo la Gallura, il suo Consorzio di bonifica e tutte le aziende agricole che operano in questa zona. Fin dall'inizio dell'anno abbiamo denunciato le tante difficoltà che avremmo affrontato durante la stagione estiva e purtroppo i fatti ci stanno dando ragione. Oggi ci ritroviamo a fare i conti con dei livelli di acqua ai minimi storici e con un sistema idrico al collasso".