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Trasferta giudiziaria nella penisola per il presidente del movimento indipendentista Meris, Salvatore "Doddore" Meloni. Domani mattina l'autotrasportatore di Terralba dovrà comparire davanti al giudice dell'Udienza preliminare del Tribunale di Brescia per difendersi dall'accusa di aver partecipato ad un'associazione eversiva denominata L'Alleanza, che aveva come obiettivo la proclamazione della indipendenza del Veneto.

Sul banco degli imputati, assieme ad altri 46 imputati, tra i quali il fondatore della Liga Veneta ed ex sottosegretario agli Esteri Franco Rocchetta, anche un altro indipendentista sardo, Felice Pani, anche lui di Terralba, che nel 2008 aveva partecipato al fianco di Meloni all'occupazione pacifica dell'isola di Mal di Ventre e alla proclamazione della Repubblica indipendente di Malu Entu. Prima ancora di prendere in esame la richiesta di rinvio a giudizio dei 48 imputati, il giudice dell'udienza preliminare dovrà però fare i conti con il difensore di Meloni, l'avvocato Cristina Puddu, che chiederà la nomina di un interprete per consentire al suo assistito di esprimersi in lingua sarda.

Un diritto sancito con molta chiarezza dalla quarta sezione della Corte di Cassazione poco meno di un anno fa con una sentenza alla quale i tribunali sardi si sono già adeguati e alla quale, spiegano Meloni e il suo avvocato, dovranno adeguarsi anche i giudici della penisola pena la nullità delle loro decisioni. Per la cronaca, Doddore Meloni rischia assieme ad altri 31 imputati accusati come lui di partecipazione all'associazione eversiva una condanna da cinque a dieci anni di reclusione. Felice Pani, assieme a Rocchetta e al resto degli imputati, accusato di aver promosso, costituito, organizzato e finanziato l'associazione, rischia, invece, da sette fino a 15 anni.